Partecipata e intensa. Ha registrato un grande successo la masterclass tenuta da Luca Jurman domenica nella sala polifunzionale della Fondazione SS. Medici di Bitonto. La John Cage Music Academy chiude con ottimi risultati la seconda edizione del John Cage Masterfest con un ospite d’eccezione, dopo il successo dello scorso anno con Ciro Manna e Fabrizio Bosso. «Una soddisfazione e un onore poter offrire queste opportunità ai giovani che investono nella formazione e permettono al territorio di crescere», ha dichiarato il sindaco Francesco Paolo Ricci.
«Siamo molto emozionati, proseguiamo sulla stessa lunghezza d’onda – ha detto Francesco Acquafredda, direttore della scuola di alta formazione musicale-. Questa volta abbiamo scelto voluto un didatta del canto che ha vissuto il talent show, la casa discografica, tour con grandissimi artisti del calibro di Laura Pausini ed Eros Ramazzotti. Chi più di lui potrebbe arricchire i nostri studenti e gli artisti provenienti anche da fuori regione come la Basilicata. Siamo molto soddisfatti ed è un format che porteremo avanti».
Cantante, musicista e produttore discografico italiano. Jurman è una delle figure di spicco nel panorama internazionale per il vocal coaching. Una carriera dedicata alla musica e al canto, è conosciuto per avere ideato un innovativo metodo di insegnamento: vocal classes. È un percorso di studi fondato su solide basi teorico-scientifiche diviso in livelli di difficoltà crescente, articolati in esercizi tecnici e interpretativi basati su parametri indispensabili per essere dei cantanti. È proprio su questo che verteva la sua masterclass che si è rivelata essere un’occasione di crescita per gli artisti che hanno partecipato. «È nato oltre trent’anni fa -ha dichiarato Jurman- da un esperimento che feci all’inizio con Alex Baroni, poi per undici anni siamo andati avanti e ho trasformato il metodo affinchè potesse essere accessibile a tutti quelli che vogliono veramente studiare canto. Tecnicamente è molto avanzato e molto impegnativo per gli allievi. Di solito si dice che gli allievi cercano una scuola e io come scuola cerco gli allievi giusti che si impegnano a lavorare in modo corretto». Lo sguardo formativo è rivolto al panorama internazionale e «non al mondo relegato dell’Italia. Noi ci siamo chiusi in un momento storico in cui la voce non viene considerata come dovrebbe essere. È uno strumento per eccellenza di comunicazione ma per poter essere all’altezza del canto internazionale la tecnica è avanzata e noi siamo molto indietro».
Un cantante è un musicista, la voce è il suo strumento con cui può emozionare e fare arte a patto che ne abbia per Jurman un’ottima padronanza e una salda conoscenza professionale. Allenare e fare crescere un artista oggi vuol dire ripristinare gli equilibri tra attività e commercio, cultura e incoscienza, comunicazione ed emozione. Sono questi i principi alla base della sua scuola che ha sede a Milano. La formazione continua è la chiave che rende l’artista capace di superare ogni limite. In Italia, «siamo ancora ancorati a dei sistemi didattici che non riescono ad evolversi nell’uso della voce, della tecnica e dell’anti risonanza. E, invece, si continua a lavorare nelle risonanze e in un sistema veramente non adatto a quello che è il canto oggi fuori all’estero ed è molto impegnativo cercare di farlo capire ai giovani d’oggi che tendono a volere tante cose velocemente. Siamo abituati a un mondo dove tutto sembra fruibile e gestibile tramite internet ma non è così».
Si corre il pericolo che ci si possa trovare davanti a una realtà musicale virtuale dove «qualcuno canterà sostituendo la voce vera di un artista perché tanto i ragazzini di oggi si emozionano così facilmente per l’autotune», ha sottolineato Jurman. È difficile anche «spiegare che il tutorial non serve a nulla e non è una formazione reale. Per essere evoluti tecnicamente oggi ci vogliono almeno 4 o 5 anni di studio avanzato».
Andrebbero messi, allora, in discussione i sistemi didattici, «oltre che il 99% delle persone che salgono sul palco» dato che, tra l’altro, «si copiano l’un l’altro». L’artista ne ha un po’ per tutti, non risparmia la critica, a tal proposito, anche per i Maneskin: «sono un fenomeno mediatico, come ha detto anche Agnelli se non ci fosse stato X Factor non sarebbero esistiti. Mi prendo la responsabilità di quel che dico perché sono idolatrati». Nella realtà attuale, per lui andrebbe anche scardinata l’idea che il talento possa bastare per avere successo nel mondo della musica. «È il 10%, la chiave di accesso per entrare nelle scuole di formazione», ha concluso Jurman.