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Home » Strage ferroviaria, i funerali. Italia in lacrime, il sindaco Giorgino: “Ora giustizia e verità”

Strage ferroviaria, i funerali. Italia in lacrime, il sindaco Giorgino: “Ora giustizia e verità”

E Monsignor Luigi Mansi, vescovo della diocesi andriese: "Troppo spesso nella prassi di vita e nella gestione dell'economia, non si pensa alla vita delle persone, ma solo agli interessi economici"

Mario Sicolo by Mario Sicolo
17 Luglio 2016
in Cronaca
Strage ferroviaria, i funerali. Italia in lacrime, il sindaco Giorgino: “Ora giustizia e verità”
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Ieri, il cuore straziato della Puglia era tutto chiuso nel Palasport di Andria.
Non c’era palpito che non fosse eco di una lacrima.
Le bare, in fila, tra fiori, messaggi e pupazzetti, erano solo le culle di questi angeli volati via troppo presto, a causa di un tragico incidente ferroviario.

E tutta l’Italia era qui, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che ha promesso ai parenti delle vittime: “Non vi abbandonerò“) fino all’ultimo dei cittadini, in lacrime dinanzi alla tv.
Qui da noi, qui con noi per abbracciare d’amore la nostra terra ferita e orgogliosa.
Fuori, il pianto disperato del cielo.

Monsignor Luigi Mansi, vescovo della diocesi andriese, ha tuonato con cristiana energia: “Troppo spesso nella prassi di vita e nella gestione dell’economia, non si pensa alla vita delle persone, ma solo agli interessi economici“.
Ed ha proseguito, sottolineando l’ancestrale fratellanza che ci unisce: “La provincia del profondo sud è ancora troppo lontana, ma abbiamo visto la solidarietà delle persone che si sono messe in fila per donare il sangue. Questo sud è capace di mostrare un volto umano di grande solidarietà e generosità a tutta l’Italia“. 
Commosso, ma pieno di fermezza, anche il discorso del sindaco di Andria, la città più colpita dal disastro, Nicola Giorgino. Innanzitutto, ha chiesto “giustizia e verità”: “La prova a cui questa comunità è sottoposta da martedì scorso ha gettato il territorio del nord barese, quello pugliese, dell’intera Italia nel dolore e nella rabbia. Come sindaco di Andria, città che paga il tributo più alto in termini di vittime, ho il dovere, a maggior ragione perché questa triste e solenne cerimonia funebre si svolge alla presenza della più alta carica dello Stato, di chiedere con voce ferma e decisa giustizia e verità. Lo dobbiamo ai famigliari delle tante (troppe) donne, dei tanti (troppi) uomini, giovani la cui esistenza serena è stata improvvisamente interrotta da un tragico evento che ha coinvolto emotivamente tutto il nostro Paese“.

La grande dignità dei pugliesi: “Oggi rappresento qui un territorio martoriato ma che ha saputo reagire con dignità, autentico spirito di servizio, generosità e dedizione all’emergenza, allo choc, alla sofferenza che si protrarrà nel tempo. Chiedo, a nome di tutti, che la magistratura (a cui va la mia incondizionata fiducia) accerti rapidamente la verità dei fatti in modo che i contorni di questa dolorosissima vicenda siano chiariti, con meticolosità e rigore“. 

I treni della Bari-Nord, casa nostra: “Chiunque di noi, chiunque abiti in questo territorio, nella propria vita ha viaggiato su quei treni, in quella tratta. 
Studenti, pendolari, famiglie, scolaresche, professionisti, ognuno di noi, ogni cittadino di Andria o Barletta o Corato o Ruvo o Terlizzi o Bitonto o Bari è in grado di raccontare il personale rapporto con quel treno, un mezzo che nessuno poteva mai immaginare diventasse veicolo di morte e disperazione, anziché fonte di vita vissuta, di viaggi, lavoro, aspirazioni, studio, passioni, sentimenti, speranze. 
Le speranze di tanti nostri giovani universitari che ripassano velocemente gli appunti a poche ore dagli esami (come ho fatto io tante volte nella mia vita) o quelle dei pendolari che pensano e ripensano alla propria giornata lavorativa o ancora quelle di chi raggiunge su rotaia l’aeroporto di Bari per i motivi più diversi. 
In questi giorni la quiete delle nostre campagne rigogliose e dei nostri secolari ed eterni ulivi (che sanno solitamente rassicurare) è stata squarciata da grida, paure, ansie, polvere, lamiere e morte. Ciò rimarrà in modo indelebile nell’anima di tutti noi
“.
 
Il petto della nostra regione resta lacerato da un dolore troppo grande: “E se è vero che da contraltare a questo orrore vi è stata la dimostrazione della sincera solidarietà dei pugliesi, attraverso una encomiabile gara di amore e sostegno, il dolore resta troppo forte. Stordisce, toglie il fiato, getta nello sconforto. 
Posso assicurarvi che questo lembo del nostro Sud, operoso e pieno di iniziative in grado di tenere coeso il tessuto sociale, saprà essere forte anche in questa circostanza. Saprà rialzarsi da questa immane tragedia
“. 

La gratitudine agli infaticabili soccorritori: “Andria, il nord barese, questo territorio ringraziano i fratelli e le sorelle pugliesi per l’affetto mostrato ed il popolo italiano che da tutte le regioni ha fatto sentire la propria vicinanza. 
Ringraziamo i volontari, gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco ed i protagonisti di piccoli e grandi gesti di eroismo avvenuti, insomma di quella straordinaria ordinarietà di cui gli italiani sono capaci
“. 

Il messaggio finale rivolto al Presidente Mattarella: “Al Capo dello Stato qui presente rivolgo, umilmente ma con fierezza, le ultime parole di questo mio intervento: guardi signor Presidente i volti dei famigliari delle vittime, guardi i volti di tutti coloro che sono presenti in questo Palazzetto e soffermi ancora una volta il suo sguardo sensibile e autorevole sulle foto delle vittime. Mai più una strage così. Mai più. Mai più. Sant’Agostino diceva che la speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio. Oggi lo sdegno tende a prendere il sopravvento. Ci aiuti, signor Presidente, a far prevalere, a partire da domani, il coraggio“.

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