Storie di Covid, ovvero storie di disperazione, inadempienze sanitarie e isolamento forzato che rischia di diventare solitudine. Sono tante le segnalazioni che giungono in redazione e che, spesso, non rientrano nella narrazione quotidiana stereotipata.
Allora, ci sono le vicissitudini assurde di persone positive letteralmente abbandonate, in attesa di tamponi di verifica, chiusi da un mese in casa con un destino sospeso, prima di capire se e quando potranno tornare o meno alla normalità.
Poi, congiunti di positivi che hanno fatto numerose segnalazioni per avere un tampone, ma sono andati a fare quello rapido dai privati perché la ASL addirittura non ha risposto (gli elenchi delle chiamate finite nel vuoto è impressionante).
Infine, c’è chi dopo tante peripezie, e dopo altrettante inutili e disperate telefonate, è riuscito ad avere una bombola d’ossigeno, salvando in extremis i propri cari.
Questa è la situazione. Ed è di una gravità assoluta, al di là dei sorrisi e delle comparsate in tv degli esperti e dei politici rassicuranti che non rassicurano affatto…