Se per caso lo vedete, nei contesti più disparati, astrarsi o semplicemente sorridere di gusto a seguito di una soddisfazione personale, non dovete stupirvi.
Lui è uno di noi, marcato da sempre con il bollo dell’aspirante fumettista, il classico sognatore che arde di fiducia nei propri progetti rappresentati prontamente con carta e matita, in grado di bruciarsi per lo sfregamento tra le dita.
Parliamo del tirocinante in materia, Ramon Panebianco, studente del “Liceo classico e linguistico Carmine Sylos” che, appena diciassettenne, racconta la sua esperienza cominciando dal descrivere cosa significa per lui materializzare un’idea su carta.
Combattendo contro le tecnologie al fine di far rimanere il disegno (come da etimologia) un ritratto con penna o matita su foglio di risma, ci suggerisce che trattasi di un vero e proprio rituale inaugurato dall’odore di carta mai utilizzata e pronta per l’uso, step necessario all’esordio.
“Ex abrupto” entra nel vivo del racconto tessendo le sue emozioni, che in un primo momento scorrono ordinatamente su un telaio, per poi aggrovigliarsi nello stomaco aggrappandosi all’appendice.
“Disegno per liberarmi dallo stress”, ci rivela, “e per esprimere soprattutto sentimenti positivi capaci di vibrare su carta, perché quelli negativi preferisco tenerli dentro”.
Appassionato fin dai primi anni di scuola, sembra aver ereditato la vena artistica da sua madre.
Abbastanza ambizioso, immagina per sé un futuro da fumettista e, nonostante ciò, non nasconde che non avrebbe mai voluto invertire la rotta dei suoi studi classici, affinchè il disegno non diventasse solo una “moda”, ma una vocazione da tenere stretta a sé, da coltivare prima di condividere.
Segni particolari. Adora il contatto con il materiale cartaceo, che custodisce gelosamente nel cassetto più alto del mobile in fondo alla sua camera.
Non disdegnerebbe la tecnologia, tuttavia sostiene che l’artista deve nascere “con la matita in mano” prima di diventare un progettista informatico.
E’ maniaco della precisione, i suoi disegni gli permettono di controllare il tutto cancellatura dopo cancellatura, e forse questa mania non riguarda solo l’arte. Infatti, grazie ad essa riesce a dominare anche le piccole sfere di vita quotidiana.
Amante del ‘grottesco’ si pone quasi con atteggiamento di sdegno verso i ‘manga’.
I suoi fumetti preferiti sono Dylan Dog e Diabolik, potrebbero scavalcare la tendenza di qualsiasi tempo grazie all’attualità e alla forza con cui si imprimono nella mente.
Come ti immagini in un futuro lontano ma probabilmente vicino?
“Sicuramente seduto dalla parte anteriore della scrivania, su una sedia possibilmente alta (data la statura) e girevole, con un computer e tante carte d’avanti. Un grande imprenditore insomma, uno di quelli seri e professionali già dall’aspetto ma con la risata pronta a scattare dall’apertura tra i baffi e la barba. Uno a cui è rimasta la voglia di giocare con i personaggi dei fumetti rappresentati a proprio modo coerentemente con i successi del momento”.
Confessa di voler piacere al suo pubblico (casomai un giorno dovesse averne uno), un pubblico allegramente imbizzarrito però, creato da quei programmi fai da te, non una massa di gente riunitasi per occupare le ore della pausa pranzo che intercorrono tra un turno di lavoro e l’altro.