Uno tsunami d’amore.
Una valanga di gioia.
Un mondo d’amore.
Lo scrittore neppur trentenne Andrea Caschetto arriva nell’aula magna della scuola media “Sylos” e va difilato sulla minipedana che funge da palco. Impugna il microfono e comincia a mitragliare di battute e aneddoti gli studenti, che restano a bocca aperta. E poi scoppiano in gioiose risate.
Perché Andrea è un clown con un sorriso grande come un arcobaleno.
Per i danni irreparabili, che gli ha lasciato un tumore quand’era piccino, non ha più memoria. Così, ogni esperienza che vive la immortala con foto e parole. Insomma, il suo presente è eterno e abbraccia passato e futuro.
I ragazzi delle classi 1^ B, 1^ H e 3^ F, guidati dalle impeccabili professoresse Annalisa Noviello, Bettina Giorgio e Concita Fornelli, seguendo un percorso sulla “Fragilità della bellezza”, hanno letto il libro del vulcanico siciliano, “Dove nasce l’arcobaleno” (“è la metafora del passaggio dalla tristezza alla felicità“), e sono pronti con le domande da sottoporgli.
Caschetto, come un imprevedibile saltimbanco, zompa ovunque, fuffa via i fogli dalle manine degli alunni e, con simpatica autoironia, li sfida ad una prova di memoria.
“Il desiderio della lettura deve nascere da dentro, non dev’essere una imposizione, dovete essere sempre leggeri e autonomi, vi chiedo scusa se il mio libro è stato pesante. Ho tanti che mi seguono su Fb e istagram, vecchi e giovani, pensate quanti ne avrei avuti se, invece del giro del mondo a far sorridere i bimbi negli orfanotrofi, fossi andato in giro a fare pernacchie…“.
“Vi do un consiglio da fratello maggiore: staccatevi dai social, che spesso ci fanno dimenticare della bellezza della vita e del mondo. e vivete come dicono al momento di salutarsi in Africa, in lingua zwaili: akuna matata, senza pensieri.
A causa dell’affetto mai ricevuto da mio padre, sono andato a portare l’amore ai ragazzini, e così è nato il libro: vivendo in prima persona e ricreando poi le storie nell’immaginazione“.
“Chi ha un male non è un mostro. Ho avuto un tumore a quindici anni e non ho paura o remora a parlarne. Anzi, il 2 novembre, giorno in cui fui operato, è la data del mio complevita. Ho fatto un viaggio in Russia con un amico non vedente e tutti ci guardavano male. Ho girato l’Argentina sulla sedia a rotelle e solo una trans si è interessata a me. Siamo tutti uguali perché tutti esseri umani“.
Il suo volto perennemente senza maschera: “Ho incontrato 8008 bambini senza genitori ed in realtà ho trovato me“.
La sua storia d’amore con Ita: “Quando avete un rapporto con un partner non esitate ad usare il profilattico. E, anche se vi lasciate, restate sempre amici della ragazza o del ragazzo“.
L’esempio: “Il modello di vita cui vi suggerisco di ispirarvi è la camnpionessa paralimpica Bebe Vio, ha una enregia dentro incredibile“.
Il sogno: “Vorrei sconfiggere la mafia degli orfanotrofi e delle adozioni. Sono sicuro che ce la farò“, si ripromette l’Ambasciatore Onu del Sorriso, che al Palazzo di vetro fu salutato da un’autentica ovazione.
Andrea, che, durante le sue scorribande nell’orbe terracqueo, è stato anche accoltellato, regala a tutti coloro che incontra una carta da gioco, perché si ricordino sempre con allegria.
Nei bimbi e nei docenti, travolti e sbalorditi dalla sua effervescenza, un asso di cuori è rimasto tatuato sull’anima.
E, prendendolo in contropiede, la dirigente Angela Mangini ha proposto di adottare l’irresistibile scrittore.
Che, di certo, lascerà la traccia indelebile della sua gioia di vivere a tutti coloro che hanno avuto l’onore di incontrarlo.