Sarà stato un attimo. Un momento. Un gesto soltanto.
Quanto è bastato per oltraggiare un’immagine sacra. Atto che dimostra fino a che segno ormai siano giunte ignoranza e inciviltà nella nostra città.
Siamo sotto Arco Pinto, nel cuore del centro storico.
L’affresco, peraltro di pregio se paragonato ad altre icone simili, realizzato a pro dei cittadini che di lì da decenni vi son passati e passano, rappresenta una “pietà”: Maria, ferita al petto da un pugnale, accoglie fra le sue braccia il figlio deposto dalla croce, accanto un angelo con aureola e relativa scritta “I.N.R.I.”.
Scena simbolica e struggente.
Non tanto, però, da dissuadere la mano ignota che ha sfregiato il volto del Cristo, cancellandone gli occhi. Già, proprio all’altezza del “visus”, colore e pietra graffiati via.
Il tempo? Una pallonata? Soltanto il caso?
Ma sì, continuiamo pure a trovare giustificazioni, magari concentrandoci sulle molto ipotetiche lacune lessicali di chi denuncia determinati orrori – “qui la virgola non ci voleva”, il nome della strada non è quello”, “non è una moda”, “familiari non si scrive così” – piuttosto che indignarci come dovremmo.
È tutto troppo triste…