Abbiamo riportato, ieri, la testimonianza del signor Marco e dell’odissea con l’ASL per poter effettuare il tampone e scoprire se fosse stato contagiato o meno. Oggi riportiamo l’esperienza vissuta dalla signora Anna (il nome, ovviamente, è sempre di fantasia) che ha voluto raccontare «un’altra testimonianza che forse serve a dar voce per far smuovere un sistema che non funziona affatto bene».
«Lunedì 19 ottobre, alle 19 circa, sono venuta a conoscenza di essere stata a contatto con due casi positivi. Mi sono preoccupata, quindi, di avvisare immediatamente il mio medico curante, il quale ha fatto partire nel giorno seguente tutto il protocollo di segnalazione. A partire dal 20, dunque, ufficialmente è partito l’isolamento fiduciario per me e mio marito. I giorni passavano ma nessuno ci contattava (dopo le fatidiche 72 ore ci hanno chiamato). Il giorno 22 ottobre mi sono sottoposta a tampone molecolare privatamente, tramite medico del lavoro dell’azienda per cui lavoro, dal tampone sono risultata positiva.
Da questo momento è cominciata l’odissea. Per mio marito, ovviamente, è partita la quarantena, con annessa segnalazione al dipartimento di prevenzione e all’USCA.
Voglio sottolineare che, ad oggi, ancora nessuno, e dico nessuno, ci ha contattato nemmeno per tracciare i contatti (che fortunatamente non abbiamo avuto, in quanto abbiamo pensato bene di metterci in isolamento fiduciario già qualche giorno prima). Nessuno ci chiama per fissare il tampone di controllo che eventualmente ci permetterà di tornare alla vita di sempre. L’asl continua a dirci, quelle poche volte in cui ci hanno risposto, che dobbiamo aspettare. Scaduti i 10 giorni di quarantena che facciamo? Rimaniamo a casa? E chi ci preserva il posto di lavoro?
Dunque, siamo stati costretti a prenotare un tampone a pagamento per l’11 novembre, nonostante noi dovremmo essere tutelati e seguiti dal servizio sanitario pubblico. Non è possibile che una pratica debba passare prima dalle mani dell’Asl di Bari, poi passa a Giovinazzo o Molfetta o Bitonto e poi, forse, verremo chiamati. Non è meglio forse saltare tutti i passaggi?
Ci sentiamo abbandonati».