Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 32enne bitontino Antonio Bartolomeo e per il 31enne Michele Ruggiero, mentre ai domiciliari sono finiti il 42enne Nicola Carelli e il 34enne Calogero Natale. I quattro sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di furti d’auto (Qui i dettagli dell’operazione https://bit.ly/2MpSVIW)
Operazione “Crossover” è stata denominata così dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Bitonto – guidato dal vicequestore Fabrizio Gargiulo – ed ha smantellato un gruppo che nell’arco di un solo mese è riuscito a rubare ben 16 veicoli.
Le indagini, svolte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria, hanno svelato come la banda – che prediligeva soprattutto SUV – rubava i veicoli e questi venivano facilmente ceduti nel foggiano per la successiva cannibalizzazione; l’associazione era operativa in tutti i comuni limitrofi al capoluogo barese, spaziando da Bitetto a Noicattaro, Cellamare e Valenzano ed altri.
L’attività investigativa è stata svolta attraverso l’utilizzo di tecniche tradizionali come pedinamenti, osservazione ed acquisizioni video e, in una occasione, persino un inseguimento cominciato sulla tangenziale di Andria e concluso con un incidente frontale a Mariotto (leggi qui: https://bit.ly/2E2kHoX).
Ad ogni loro spostamento corrispondeva la commissione di un furto e questo ha consentito di chiudere il cerchio sulle modalità operative della banda: si sono chiariti ruoli, basi logistiche, si è appurato l’esistenza di un accordo per la commissione dei reati, rilevando anche come il gruppo si preoccupasse di rispettare un modus operandi ben definito, teso a non destare attenzione negli spostamenti, evitando di indossare abbigliamento appariscente ed evitando di essere controllati quando erano insieme dalle forze di polizia.
C’era chi aveva il compito di eseguire il sopralluogo e portare sull’obiettivo i complici, chi procedeva al furto e chi doveva scortare con veicolo pulito il sodale alla guida dell’autovettura appena asportata, sia in occasione del furto che della successiva consegna al ricettatore.
A nulla sono valse le cautele adottate dai sodali nell’attività criminosa ed infatti l’impianto accusatorio sostenuto dalla locale Procura della Repubblica è stato condiviso dal Giudice per le indagini preliminari che ha emanato l’odierna ordinanza di custodia cautelare.