Il Servizio Pianificazione Territoriale Generale, Viabilità e Trasporti della Città Metropolitana di Bari scrive alla RGN Costruzioni srl, capogruppo dell’Associazione Temporanea d’Imprese (A.T.I.) affidataria dei lavori per la costruzione dei due ponti sulla Strada Provinciale 231 in direzione Terlizzi [uno all’intersezione tra la S.P. 231 (ex S.S. 98) e la S.P. 218 (cosiddetta Poligonale di Bitonto) e l’altro che scavalca la Ferrovia Bari Nord], per sollecitare una serie di adempimenti per il prosieguo dell’opera, che segna un forte ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale.
Lo riferisce la vicesindaco e assessore alla pianificazione urbanistica del Comune di Bitonto, Rosa Calò, che sottolinea come da tempo l’Amministrazione Abbaticchio stia operando un “costante pressing sulla Città Metropolitana per l’adozione di tutte le azioni necessarie alla ripresa di un cantiere, aperto ormai 5 anni fa e in forte ritardo rispetto ai tempi programmati, estremamente importante per la mobilità del territorio bitontino, essendo destinato a collegare direttamente la S.P. 231 al casello autostradale senza attraversamenti nel centro urbano e senza interferenze con il traffico ferroviario”.
“Il sollecito – spiega la prof.ssa Calò – punta in particolare ad ottenere lo sblocco immediato degli adempimenti tecnici (nuovo cronoprogramma e autorizzazione sismica) necessari all’avvio dei lavori di costruzione del ponte ferroviario, per il quale già prima della pausa estiva erano stati compiuti concreti passi in avanti con il nulla osta di Ferrotramviaria SpA, una prima riunione di coordinamento tra impresa, Città Metropolitana e società ferroviaria, e la chiusura del passaggio a livello sulla strada comunale Appia”.
“L’auspicio – aggiunge la vicesindaco di Bitonto – è che si giunga ad un effettivo sblocco della situazione e che dopo tante annunciate ripartenze i lavori riprendano celermente e si concludano in tempi ragionevoli, sperando, in ogni caso, che i dirigenti della Città Metropolitana, con i quali siamo in stretto e quotidiano contatto, non si vedano costretti, persistendo l’immobilismo delle imprese affidatarie dell’appalto, ad attivare la procedura di risoluzione del contratto per gravi inadempienze”.