È stata finalmente ripulita dai rifiuti che la deturpavano la grotta di Chiancariello, una delle numerose caverne che caratterizzano il paesaggio della Lama Balice in territorio bitontino. Domenica scorsa, infatti, il Gruppo Speleologico Vespertilio, CAI (Club Alpino Italiano) sezione di Bari, ha promosso l’evento “Puliamo il Buio 2017”, organizzato dalla SSI (Società Speleologica Italiana) con la collaborazione di Legambiente.
Un’iniziativa pensata perché, purtroppo, l’utilizzo di ipogei naturali e artificiali come discariche dove poter abbandonare di tutto è un fenomeno purtroppo molto diffuso. Non solo a Bitonto. Le stesse grotte di Castellana, un tempo, erano utilizzate per questo fine dalla gente, che non si rende conto dei danni incalcolabili provocati all’ambiente carsico (e quindi molto permeabile) e alle risorse idriche profonde.
Questa iniziativa vuole, dunque, sensibilizzare la cittadinanza al rispetto dell’ambiente ed in particolare di questi luoghi e segnalare in modo puntuale e dettagliato le situazioni di rischio, valutarne il grado di pericolosità e indicare le possibili soluzioni agli enti preposti. E ovviamente bonificare, almeno in parte, le discariche sotterranee.
Una trentina di persone hanno partecipato alla pulizia e alla successiva visita guidata ad opera del gruppo di speleologi. Tutte le associazioni coinvolte hanno risposto positivamente all’appello: Colibrì Atas, Fare Verde, Guardie Ambientali Puglia 1. L’ingresso è stato ripulito e liberato dai rifiuti e dall’erba spontanea, rendendo di nuovo accessibili gli ambienti (che sono sì visitabili, ma sempre con la guida di un esperto e con le necessarie attrezzature).
Diverse le tipologie di rifiuti che i volontari hanno rinvenuto all’interno, ma soprattutto all’ingresso del sito. Dai classici rifiuti edilizi, sicuramente abbandonati da imprese edilizie scorrette al termine di lavori, alle bottiglie di vetro, intere o in frantumi. Dagli ingenti quantitativi di plastici a siringhe. Persino la carcassa di un motorino, sicuramente rubato, è stata ritrovata. Per fortuna, come sottolineano gli organizzatori, il grado di contaminazione non era molto elevato. O almeno era di misura inferiore rispetto ad altre grotte. Ed è stata, dunque possibile una bonifica con le sole forze dei volontari.
La grotta, caratterizzata da due ingressi un tempo chiusi da un cancello in metallo, sicuramente rubato, fa parte della rete di caverne che caratterizzano la Lama Balice e che sono tutte censite nel catasto regionale. Nel corso della storia Chiancariello è stata modificata cioè dall’uomo che l’ha utilizzata prima come polveriera e poi come frantoio rupestre.
Meriterebbe di essere valorizzata a fini turistici, dato che non ha nulla da invidiare a tante grotte ormai diventate metà di visitatori.