La realtà mafiosa della città di Bari – tra referenti e affiliazioni – si estende nei comuni del territorio, riflettendosi specularmente: «i gruppi malavitosi si caratterizzano per lo stesso dinamismo e le stesse rivalità dei sodalizi cittadini». È la fotografia, nemmeno troppo nuova, che emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. A Bitonto, secondo quanto emerso, sembrerebbe ancora aperta la conflittualità tra i clan Cipriano e Conte: «il primo uscito dalla sfera d’influenza degli Strisciuglio, ha consolidato l’alleanza con i Parisi che ne hanno sostenuto le attività illecite contribuendo a rafforzarne il nome e la fama criminale in provincia. Il secondo, invece, rappresenta una propaggine del clan Capriati». Le operazioni “Market drugs” (del 21 febbraio 2022, 43 arresti) e “Porta Robustina” (4 luglio 2022, 25 arresti) hanno svelato le peculiarità rispettivamente del gruppo Conte e Cipriano, «svelando i soggetti che ne fanno parte, individuando i ruoli e i compiti che gli stessi svolgono all’interno della consorteria criminale, dotata di una rete di fiancheggiatori nonché di un temerario gruppo di fuoco, con disponibilità di armi oltre che di ingenti risorse di denaro». Gruppi che, ormai da anni, continuano ad essere in contrasto e che ha portato all’apice dei fuochi incrociati con l’omicidio dell’innocente Anna Rosa Tarantino, avvenuto il 30 dicembre 2017. Gli approvvigionamenti di droga, soprattutto di cocaina, nel caso dell’operazione “Porta Robustina” è stato svelato arrivassero tramite una persona di Cassano delle Murge, affiliato al clan Parisi di Bari-Japigia. «Una costola del clan Cipriano – si legge nella relazione Dia -, operava, inoltre, anche nel comune di Palo del Colle con una costante presenza di veri e propri “turni di lavoro in modo da coprire quasi tutto l’intero arco della giornata” per evitare che i “clienti potessero rivolgersi a pusher di altre organizzazioni”. È emerso, inoltre come esponenti del gruppo criminale Cipriano frequentassero elementi contigui al clan Strisciuglio, a dimostrazione della “compresenza sul territorio bitontino di consorterie criminali appartenenti a territori diversi, frutto di verosimili alleanze idonee a far nascere nuovi assetti criminali”». Infatti, più avanti, si comprende come secondo gli investigatori il clan Strisciuglio sembrerebbe poter contare su «validi referenti» soprattutto nei comuni di Bitonto e Conversano dove, alcuni elementi, un tempo fedeli ai Parisi, «sembrerebbero transitati tra le fila del clan “della luna”». Dunque, gli Strisciuglio «concentrerebbero la loro potenza criminale avvalendosi di un loro referente in grado di contrastare le ingerenze di una contrapposta organizzazione bitontina operante in quell’area nell’ambito degli stupefacenti. A fattor comune, le cosche della provincia sono prevalentemente attive nel traffico di droga con differenti strategie operative e con spiccata capacità di conseguire i propri obiettivi anche con le consorterie albanesi». In tutto il territorio, in ultimo, «permane di rilevante portata il fenomeno dei furti e delle rapine consumati con l’uso di armi in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori. In tale contesto rilevano anche i numerosi furti di mezzi pesanti e da lavoro che spesso vengono impiegati come blocco stradale per perpetrare le azioni delittuose in argomento. Degni di nota, in tutta la provincia, i danneggiamenti nel settore agricolo che, per le modalità e le circostanze, assumono spesso la qualifica di reati spia delle più diffuse attività estorsive».