La
notizia è arrivata durante l’ultimo Consiglio comunale: le tariffe
familiari per la refezione scolastica sono state nuovamente ritoccate.
Succede
che Carmela Rossiello (Fi) interroga il vicesindaco Rosa Calò per
sapere meglio la questione, vista anche la delibera di giunta del 31
luglio scorso, che aveva deciso un ritocco del contributo delle
famiglie per la pappa ai propri bambini
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/contributo-familiare-mensa-scolastica-la-giunta-rivede-al-rialzo-le-quote-di-compartecipazione/6873.htm)
«Quella
delibera – ha sottolineato
Calò – è roba vecchia. Abbiamo rivisto le tariffe poco
più di una settimana fa con un altro atto di giunta».
Il
documento “sbagliato” diceva, in pratica, che fino a un reddito
Isee di 4mila euro le famiglie dovevano dare un contributo pari al 25
per cento del costo di un pranzo (che ammonta a 4,48 euro per la
scuola primaria e 4,13 per quella dell’infanzia), dai 4mila ai 16mila
il costo saliva al 60 per cento, per le restanti fasce il prezzo da
pagare era il massimo.
Con
il ritocco dell’esecutivo, succede invece che le fasce reddituali
restano sempre dieci e quelle più deboli – Isee fino a 4mila euro –
restano sempre tutelate e continueranno a pagare quanto pagavano, il
25 per cento.
Dai
4mila fino ai 16mila l’importo da pagare oscilla dal 35 per cento al
70 per cento. Che diventa l’80 per cento per chi ha un reddito di
20mila euro. Devono pagare tra il 90 per cento e la totalità della
pappa tutti coloro che guadagnano, invece, oltre i 20mila euro annui.
Le
nuove tariffe entreranno in vigore dal 1°gennaio prossimo,mentre fino alle feste natalizie si dovrà pagare secondo quanto
stabilito a fine luglio.
Confermate,
ovviamente, le tariffe agevolate e le riduzioni già previste gli
scorsi anni scolastici.
«Abbiamo
cercato – ha affermato il sindaco Michele Abbaticchio alla“Gazzetta del Mezzogiorno” di ieri – di salvaguardare
le fasce di reddito più basse e di redistribuire gli aumenti tra
quelle più alte. Chi ha un Isee di 500 euro, infatti, continuerà a
pagare appena il 10 per cento di ogni pasto, quindi soltanto 40
centesimi».
Perché
questo ritocco? Tutta “colpa” delle famiglie interessate al
servizio di refezione scolastica, che in fila da una settimana per
ritirare i buoni pasto, hanno ben presto mostrato le loro rimostranze
che, a quanto pare, sono state ascoltate.