Vico don Eustachio Gentile.
A molti bitontini il nome non dirà granché, se non quello di un anonimo anfratto della città. Purtroppo, però, è una corte del pienissimo centro città, incastrata tra via Repubblica, via Vitale Giordano e piazza Moro, dove da molti anni si sta consumando un preoccupante degrado civico e morale. Pareti completamente rovinate, illuminazione spesso assente, sporcizia che per tanto tempo è stata dilagante, giovanissimi che al calar del buio si divertono a giocare ai teppistelli del quartiere sentendosi padroni incontrastati. Il tutto, ovviamente, senza che le istituzioni muovano un dito.
«Qui la situazione è davvero allarmante – ci spiega Giuseppe Schiavone, da tre anni residente della zona e rappresentante di tutti i condomini – ma il paradosso più incredibile è che ogni giorno che passa peggiora». E mentre parla, il signor Giuseppe ci fa segno verso i muri del vico, tutti trasandati e consumati da scritte amorose, murales, inni alla mafia, sentimenti impossibili. «Le scritte sulle pareti ci sono sempre state, ma da tre anni a questa parte sono aumentate a vista d’occhio, facendosi beffe anche dei lavori di pittura che inutilmente cerchiamo di fare».
Alle scritte fino a un mese fa si accompagnava la sporcizia (spesso anche siringhe), che annunciava il “buongiorno” ai residenti. «Per fortuna, dopo tanti tentativi, siamo riusciti a contattare l’Asv che ha risolto il problema».
È servita però una lettera scritta con la firma di tutti i residenti per sbloccare la matassa.
Che si fa dura e selvaggia con il calare della sera, perché «dalle 19.30 fino a tarda serata il vico è preda di giovanissimi che si divertono a fumare non soltanto sigarette rendendo l’aria irrespirabile, gridare, e comportarsi come se fossero i padroni – sottolinea Schiavone – e decidono loro se, dove e quando noi residenti dobbiamo transitare e parcheggiare».
«Tutto questo ovviamente spaventa non soltanto noi ma anche i nostri figli – continua il responsabile dei condomini –hanno paura di uscire e di tornare a casa».
E, per far capire quanto la situazione sia difficile, il signor Schiavone afferma, inoltre, di aver ritardato alcuni lavori già concordati con la Soprintendenza causa presenza di questi ospiti indesiderati.
Tutto sarebbe diverso se ci fosse un controllo delle forze dell’ordine, ma a quanto pare da queste parti non sono di casa. Andrebbe meglio anche se funzionasse l’illuminazione, ma neanche questa è molto di aiuto. Si risolverà qualcosa quando verranno montati i cancelli ai due varchi di ingresso del vico (via Giordano e piazza Moro), ma anche loro sono attesi da tempo, ormai.
E i politici che fanno? Il solito. Tanto a parole, ma niente in fatti concreti. «Ho segnalato tante volte la nostra situazione al sindaco, agli assessori Domenico Nacci e Rino Mangini. Hanno promesso interventi immediati, anche di occuparsene in un Consiglio comunale, ma finora non abbiamo visto niente», segnala con amarezza Schiavone.
Che poi si chiede sarcastico: «Perché le scritte dal muro del Partito democratico sono state tolte dopo soltanto un giorno?»