Bitonto non finisce mai di stupirci.
Ogni giorno, sbuca qualcuno che ne inventa una diversa.
E la colpa è sempre dei giornalisti.
Se non la muovesse fonda indignazione, la mia mano non pesterebbe neppure questi tasti, oggi.
Ma s’è oltrepassato il segno.
Pomo della discordia che ha fatto eruttare mille e mille post su facebook, l’aggressione ai danni di un quattordicenne disabile e al di lui padre, a latere di una bella manifestazione di piazza (ricordo che era scritto nell’articolo, ndr).
Così, d’acchito, il giorno dopo, se fossi stato un cittadino qualunque, mi sarebbe venuto da manifestare vicinanza e solidarietà alle vittime del vile gesto. A maggior ragione se avessi ricoperto un ruolo di grande responsabilità. E invece…
E, invece, sono i cronisti che non vedono l’ora di “gettare merda” su Bitonto.
Anatema su di loro.
Perché, in fondo, non sono state botte – risuona in queste considerazioni quasi il rammarico che padre e figlio non siano stati picchiati a sangue -, un diverbio un po’ acceso, ma niente di che.
I ragazzi, perché vivaci, avranno solo voluto accarezzare con troppa energia il diversabile.
Sì, è vero, poi sono intervenuti gli agenti della Polizia (ricordo che era scritto nell’articolo, 2, ndr), ma solo per una controllatina. Bazzecole. Pinzillacchere.
Ah, è vero, persino l’ambulanza del 118 è sopraggiunta sul posto (ricordo che era scritto nell’articolo, 3, ndr), ma l’avrà fatto unicamente per assecondare il novello Argante (esagerato, come suo costume, si sa), che pure si ritroverà con gli occhiali rotti, li avrà posati inavvertitamente su un piano tagliente, chissà.
Il tutto condito, come di consueto – specie quando si confonde il virtuale col reale e viceversa -, dai calibrati “mi piace” e dai sospiri di sollievo che mondano l’anima di tutti e domani è un altro giorno, si vedrà. Come a far intendere: “avete visto, sono quei cattivoni dei redattori a sollevare tutto questo polverone, in realtà non è successo nulla”. Succedono di miracoli così nel mondo social.
Eppure, tanti hanno riferito di altro, ma, probabilmente, saranno giornalisti anche loro. Turpe razza dannata. Loro sono da demonizzare, non i responsabili della vergogna assoluta.
Allucinante. Sono esterrefatto. Quale che sia stato il trattamento riservato al giovanetto, è inqualificabile tutto questo.
Ma sapete cosa significa essere disabili?
Significa essere i più fragili tra i fragili. Non dovrebbero neppure essere sfiorati con un dito e dovrebbero essere rispettati. Sempre. Soprattutto da coloro che si reputano normodotati.
Ed avere un figlio disabile, che vuol dire?
Vivere ogni giorno con una croce invisibile sulle spalle da portare sempre con amore e dignità.
Ma, in fondo, non erano proprio botte e non sono nemmeno stati malmenati.
E’ stato uno scambio di cortesie male interpretato dai soliti noti (cioè noi)…
P. s. A proposito, adesso massacratemi anche per questo pezzo…