Eliminare forme di precariato, il lavoro nero,
sensibilizzare i datori di lavoro. Questi i messaggi emersi dal comizio,
organizzato dalle sigle dei sindacati Cgil,
Cisl e Uil, che si è tenuto a Molfetta ieri mattina in occasione del Primo Maggio provinciale.
La scelta non è stata casuale, visto l’ultimo episodio
di morte bianca avvenuto nella zona industriale molfettese nell’azienda “Di Dio” che ha visto coinvolti due
concittadini bitontini, Nicola ed Enzo Rizzi.
«La crisi che attanaglia l’Italia –
dicono i sindacati – non può diventare l’alibi dei tagli sulla sicurezza:
bisogna far fronte all’emergenza con la prevenzione e gli investimenti. Si deve
tornare a tutelare seriamente il diritto alla salute, a lavorare sulla
prevenzione dei rischi, a effettuare più attività di controllo».
La sicurezza, i controlli, temi cari che hanno riguardato
anche un tavolo di concertazione avvenuto tra le città di Bitonto e Molfetta in
prefettura la scorsa settimana alla presenza del pm del tribunale di Trani,Antonio Savasta (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/sicurezza-sul-lavoro-vertice-in-prefettura-nunziante-piu-controlli-nelle-aziende/3115.htm).
«Come assessore alla Sicurezza – esprimeBepi Maralfa – sono a favore di controlli mirati, non invasivi, ma che comportino una
sicurezza maggiore all’interno delle singole imprese”.
Anche il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio ha espresso tutta la sua amarezza: «Da un lato sono contenta del segnale di
vicinanza che le sigle sindacali ci hanno riservato, dall’altro non ci sto ad
essere il sindaco della citta maledetta dalle morti bianche».
Non è un caso isolato quello avvenuto lo scorso 8
aprile: un altro incidente avvenne nel 2008, quando nella Truck Center persero la vita cinque persone.
E le medie pugliesi non sono di certo più confortanti. Le
morti bianche nella provincia del capoluogo aumentano: erano 30 nel 2012, 36 nel 2013.
Ma la Natalicchio non si arrende. «Stiamo mettendo in atto una serie di attività assieme agli
assessorati: un osservatorio che dia vita ad una mappa del rischio, che ci dica
cosa succede all’interno delle nostre cinquemila aziende senza penalizzare
nessuno, controlli da parte della A.S.L, attraverso i tecnici S.P.e S.A.L. (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli
Ambienti di Lavoro, ndr), in sincronia con gli uffici comunali».
«Scoprire il giorno dopo che queste tragedie
erano evitabili non è bello – incalza il sindaco -. I risultati, probabilmente, non saranno
immediati, ci vorrà del tempo ma come politici dobbiamo correre il rischio di
essere impopolari dando vita a delle strategie precise».
Questa, rassicura il sindaco, non sarà un’azione “poliziesca”
che intralci lo sviluppo economico, mira piuttosto ad una serenità per chi
lavora e per chi quel lavoro lo offre.
«Sono
orgogliosa della nostra zona artigianale – continua il primo
cittadino molfettese – ma dobbiamo
metterci sull’attenti e investire su un coordinamento diacronico dei dati,
azionando controlli a monte che debbano rassicurare tutti. Chiediamo solo
collaborazione».
E poi conclude: «Siamo
stanchi di commuoverci durante i funerali. Dobbiamo sostituire la commozione
all’azione energica assumendoci le nostre responsabilità. Dietro le
manifestazioni, si sa, ci sono sempre la carne e le ossa delle persone che
hanno sofferto … ».
Ecco. Non lasciamo che quella sofferenza resti vana.