“Nelle analisi del fenomeno delle baby gang, ma in genere della delinquenza minorile, la parola più efficace è “Prevenzione”, che non attiene solo ai servizi socio-educativi che Scuola ed Enti locali (Comuni in primis) devono mettere in campo, ma mettono al centro il ruolo della famiglia dando centralità alla figura genitoriale“.
Così il consigliere regionale Renato Perrini, presidente della Commissione di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata:
“Per questo ringrazio davvero gli intervenuti alla Commissione, da me presieduta, di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia non solo per l’apporto tecnico, ma umano e di passione che hanno dato. Grazie ai direttori del Centro giustizia minorile della Puglia (Lidia De Leonardis), dell’Ufficio Servizio sociale per i minorenni Bari-Foggia (Angela Gismondi), dell’Istituto penale Fornelli (Nicola Petruzzelli), il garante dei diritti del minore (Ludovico Abbaticchio), del presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali (Filomena Matera), vicepresidente Centro di Mediazione penale (Ilaria De Vanna), il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale (Mariateresa Santacroce)“.
“E’ evidente che la Regione può giocare un ruolo fondamentale mettendo in campo politiche di sostegno alla famiglia, dando più opportunità di lavoro e promuovendo politiche giovanili. Servono, infatti, spazi pubblici stimolanti dove i giovani possono trovare l’alternativa alla strada e al branco. Così come è indubbio che anche il ritorno dell’Educazione civica nei programmi scolastici nel percorso scolastico obbligatorio, ma il richiamo al mondo degli adulti, alle proprie responsabilità – lanciato dal direttore del Fornelli, Petruzzelli – non può cadere nel vuoto. Gli adulti, tutti gli adulti, devono ritornare a essere modelli di riferimento per i ragazzi. Serve quel controllo sociale che significa ‘occuparsi’ di quei minori disagiati e che devono essere recuperati prima che sperimentino la denuncia o l’arresto.
“Le Istituzioni devono fare la loro parte e farla bene, utilizzando le risorse lì dove servono davvero, ma anche la società deve fare la sua parte. Noi come Commissione continueremo a fare la nostra parte, accendendo i riflettori su questi fenomeni e creando una rete fra tutti i protagonisti istituzionali e la società, perché ogni minore che finisce dietro le sbarre è un fallimento per tutti”.