A meno di due settimane dalla prima udienza che si terrà a Roma presso il Tribunale sportivo il prossimo 31 agosto, il Bitonto calcio continua a rimanere acquattato dietro la trincea del silenzio. Stessa linea, ovviamente, per i legali che seguono la pratica riguardante la presunta combine, che avrebbe condizionato l’andamento di Picerno-Bitonto del 5 maggio 2019, ultima giornata di campionato. Si sa solo che la difesa è solida e seria e che alcuni calciatori, ad inizio agosto, si sono recati alla procura federale capitolina per farsi interrogare. Infatti, se l’iter penale è giunto già a conclusione, la giustizia sportiva ha da percorrere ancora le sue ultime, decisive tappe. Stanno curando le sorti dei tesserati neroverdi e del sodalizio medesimo due tra gli studi più affermati nel campo (Cantamessa e Gironda) col chiaro intento – fatti salvi alcuni aspetti ancora rigorosamente secretati – di raggiungere i seguenti obiettivi: alleggerire la posizione societaria per depotenziare l’accusa di «responsabilità diretta e oggettiva»; ridimensionare una vicenda che appare ai più macroscopica e che, invece, potrebbe rivelarsi microscopica; riuscire a mantenere la categoria e riscattare anche la città tutta da un danno d’immagine non indifferente subito in questa (ipotetica) brutta storia.