Giovedì 9 giugno si è conclusa la seconda edizione del Premio letterario “don Tonino Bello” con la proclamazione dei vincitori e delle vincitrici presso l’Aula Magna del Seminario diocesano di Molfetta. La serata è stata trasmessa in streaming sui canali delle diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Vi hanno preso parte: il vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia, il comitato organizzatore del Premio, tra cui Gianni Antonio Palumbo, ricercatore in Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Foggia e curatore della rubrica di poesia metafisico-civile Riflessi per il settimanale Luce e Vita, Roberta Carlucci, redattrice Luce e Vita e segretaria del concorso, che ha presentato la serata, (impossibilitato a partecipare il direttore di Luce e Vita Luigi Sparapano) il vicepresidente dell’associazione Stola e Grembiule aps don Cesare Pisani la lettrice Tania Adesso i vincitori e le vincitrici che hanno potuto essere presenti La serata è stata trasmessa in diretta streaming a cura di Alessandro Capurso dell’Ufficio Comunicazioni Sociali. L’iniziativa, nata dall’idea di una sera di fine estate 2020 e suscitata dalla conoscenza di don Tonino Bello e della sua mirabile dimestichezza con le parole, cerca di tenere acceso un faro su due generi tanto praticati dal Venerabile come la poesia metafisico-civile e il giornalismo di prossimità, nonché di testimoniarne la vitalità persistente grazie alle penne di tanti poeti e giornalisti. A delineare ancor meglio questo orizzonte, gli interventi qualificati della scrittrice e poeta Anna Santoliquido e del presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia Piero Ricci, entrambi presenti alla premiazione rispettivamente in rappresentanza delle commissioni per la sezione poetica e per quella giornalistica. Novità di quest’anno, le menzioni speciali Riflessi e Luce e Vita. Nella sezione “Giornalismo di prossimità”, si è classificato terzo il bitontino Nicola Lavacca, che ha raccontato sulle pagine del settimanale Famiglia Cristiana la commovente storia del portiere del Gravina, Paolo Vicino, e del giovane Michele. Una vicenda esemplare che spinge il calcio oltre i confini dello sport per proiettarlo nell’universo dei valori più alti e significativi della vita.