Voleva farla finita, ma due angeli l’hanno afferrata e strappata per un soffio alla morte. Una ragazza di 27 anni si è gettata, mercoledì, dal ponte Amedeo III nelle acque del fiume Stura di Lanzo di Torino e poi è stata tratta in salvo da due uomini della volante Milano1 della Polizia di Stato (la più vicina per l’intervento). A raggiungerla per primo è stato l’agente Nicola Cortese di origini bitontine. Era in servizio con il collega Walid Ahardane. Un gesto istintivo che avrebbe potuto costare loro la vita. Prontamente soccorsi dopo il salvataggio, la donna è ancora ricoverata nel centro traumatologico ortopedico torinese dove è stata trasferita per una estrazione alla rachide cervicale curabile e dovrebbe iniziare a seguire un percorso terapeutico-assistenziale. I due poliziotti, invece, sono stati sotto osservazione per metà giornata per una presunta ipotermia presso l’ospedale Molinette. Oggi sono a casa perché fortunatamente non si è presentata alcuna complicazione. «Sono stati momenti di apprensione dove la prontezza di Nicola e Walid ha fatto la differenza tra la vita e la morte», hanno scritto in un post sulla pagina Instagram ufficiale della Questura di Torino. Per i due, «servirà -hanno concluso- qualche giorno di riposo prima di poter tornare ad esserci sempre».
La segnalazione di un probabile gesto anticonservativo è arrivata alle 9.10 del mattino grazie a una cittadina. Una chiamata a tratti confusa ma da cui si è evinto che qualcuno fosse in pericolo. Era di passaggio insieme a un’altra donna lungo il ponte Amedeo VIII, precisamente nei pressi di via Enna, quando entrambe hanno notato questa ragazza in procinto di buttarsi dal parapetto. Hanno cercato di fermarla afferrandola per le braccia, hanno chiesto invano aiuto ai passanti. Giunti, poi, sul posto i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, è stato segnalato loro il punto dove la donna si era lanciata pochi minuti prima. Nicola e Walid si sono sporti dal ponte senza riuscire a vedere nulla, finché avvicinandosi sulle sponde del fiume l’hanno avvistata. Stava annaspando nell’acqua cercando di prendere qualche boccata d’aria. Il poliziotto di origini bitontine, allora, si è prontamente tolto il giubbotto e il cinturone, li ha consegnati al collega. Si è tuffato e ha raggiunto la donna che, nel frattempo, è arrivata a più di 50 metri lontana dalla riva. Non è stata facile l’operazione di salvataggio, tra le difficoltà l’acqua gelida e la corrente fluviale. Ma l’adrenalina e la volontà di salvare una vita hanno avuto la meglio. Chissà se qualche altro angelo non stesse proteggendo, in quegli attimi, l’agente che è riuscito ad afferrare la donna, a raggiungere il pilone del ponte e a tenerla a galla insieme al collega Walid, arrivato in soccorso. Dopo 20 minuti di attesa è arrivato il personale dei vigili del fuoco, prontamente allertato. Hanno calato l’imbracatura dal parapetto e hanno ordinato ai due agenti di attaccare la donna, manovra anch’essa eseguita non facilmente. Subito dopo è intervenuta la squadra sommozzatori dei vigili del fuoco. Hanno soccorso prima la donna, portandola a riva dagli operatori del 118, poi hanno aiutato i due poliziotti a raggiungere la sponda. I tre sono stati trasportati in ospedale e ora stanno bene. Una storia che ha avuto lieto fine e ha commosso tutti: sui social si leggono diversi commenti di bitontini che hanno espresso orgoglio e gratitudine per il gesto del loro concittadino. «Non mi sorprende quello che ha fatto Nicola -ha scritto un cittadino-. È una persona altruista e dal cuore grande».