Questa mattina volevo
parcheggiare la mia smart su piazza 5 Croci, ma non c’era posto. Sono più di 40
anni che vivo in questo quartiere, ma quello che hanno fatto su questa piazza,
per quel che si dica, mi lascia un po’ perplesso. Tutto quello spazio antistante
le Croci per anni è sempre stato uno spazio aperto e adesso vederlo
ridimensionato mi lascia basito, mi da tristezza. È stato il nostro campo di calcio,
mio e dei miei amici, ma questa è un’altra storia. Adesso sono le auto che
monopolizzano le strade.
Ma andiamo per gradi.
Con delibera della giunta
comunale n. 134 del 05/05/2015 ed avente per oggetto il riordino segnaletica
orizzontale e verticale in piazza caduti del terrorismosi procede ai lavori appaltati alla ditta D.S.S.
IMPIANTI snc di Modugno (valore dell’offerta a cui è stato aggiudicato
l’appalto: €27.5O8,35 IVA esclusa).
Così come si legge dalle
dichiarazioni sui giornali “l’idea
è quella, innanzitutto, di eliminare i cassonetti sia dalla parte del mercato
che da quella delle Cinque croci per allargare la raccolta “porta a porta”
all’intera piazza ed ha lo scopo di eliminare o per lo meno rendere meno
anarchico il parcheggio presente attorno a una delle zone più importanti della
città.
Il secondo passaggio sarà quello, poi, di recuperare
almeno 35 posti auto – ai quali aggiungere quelli riservati ai disabili – e
realizzare, quindi, cordoli, isole pedonali e le strisce pedonali. Attorno alle
Cinque croci, invece, la volontà che arriva da via Dossetti è realizzare una
piazzetta circondata da un’area verde con panchine e relativa pensilina.” (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/piazza-caduti-del-terrorismo-addio-ai-cassonetti-arriva-il-porta-a-porta/6388.htm).
Quindi se ho capito bene uno
degli scopi principali del riordino è quello di creare posti auto disciplinando
il parcheggio selvaggio. Ma aiutatemi a capire, se vogliamo recuperare posti
auto e utilizziamo il 70% dell’area utile al parcheggio per cementificare con infrastrutture varie,
questi posti auto dove li andiamo a recuperare?
Cioè mi spiego meglio, quei posti c’erano già, non è che se ne sono
creano altri, andavano solo ordinati. Perché si è deciso di occupare tanto
spazio con cordoli, isole e aiuole varie sul largo prospiciente le Cinque
Croci? Come pure quei cordoli a forma triangolari ai lati della piazza. A che
servono? Servono solo a togliere posti auto. Volendo se ne sarebbero recuperati
molti di più di posti auto.
Invito a fare una semplice
analisi. Al di là del fattore estetico, che non è in discussione, ci mancherebbe
altro, anzi, la piazza è risultata sicuramente abbellita, ma io faccio questa
semplice riflessione. Il prima e il dopo.
Prima. Prima non era permesso parcheggiare adiacente alla
rotatoria centrale, intorno al palo della luce ubicato al centro dello slargo
Cinque Croci per intenderci, quindi chi aveva bisogno di lasciare il suo mezzo
per un tempo indefinito lo cercava altrove, dove era ammesso farlo. Intorno
alla piazza del Terrorismo o nelle strade attigue alla piazza, al rifugio da
eventuali divieti di sosta e multe varie. Che succedeva? Che bene o male questa
area era più o meno libera, dico più o meno perché in effetti i parcheggiatori,
chiamiamoli così, momentanei, quelli del “mordi e fuggi” (ricordiamoci che nei
pressi della piazza ci sono tabacchi, bar, supermercati, mercato rionale
frutta, ecc) parcheggiavano comunque su questi spazi per qualche minuto. Chi
intorno alla rotatoria, chi a fianco dei bidoni della spazzatura, chi in doppia
fila da un lato o dall’altro dello slargo. Insomma le macchine c’erano sempre e
come afferma giustamente il sindaco, in modo anarchico.
Qualcuno dirà “ma dà
..nan zo poute mette la macchene!”. Siamo d’accordo che “nan ze’poute mette”,
ma la mettevano. E nonostante tutto, siccome lo spazio era abbastanza, la
circolazione dei veicoli era fluida, priva di intoppi, addirittura facevano lì
capolinea autobus di linee urbane ed extraurbane da un lato o dall’altro senza
creare grossi problemi.
Dopo. Dopo, cioè ora, cosa è successo?
Si sono creati
posti auto veri con tanto di cordoli che ne delimitano lo spazio e, fra un po’ credo, strisce (spero bianche) sull’asfalto.
Tutto autorizzato, lontano da
multe. Posti auto veri. Quindi i residenti che hanno bisogno di parcheggiare
per un tempo indeterminato trovano nell’opera un sicuro rifugio. Rifugio che
adesso è sempre pieno, difficile trovare un posto libero.
Tutta l’area dunque è
satura.
Ma… scusate… non mi tornano i conti… hem… mi sfugge qualcosa…
dunque …che cosa? Ah ecco! …adesso ricordo… ve ne siete dimenticati
eh?…non siete attenti allora! …mannaggia! Insomma! …..Vi ricordate di quei
famosi amanti del “mordi e fuggi”? …Che fine hanno fatto?
Embè dovevate
saperlo.
Ormai lì è tutto pieno, ma quelli continuano a parcheggiare intorno a
tutta l’area, anche solo per qualche secondo. E sapete cosa succede? Succede
che si crea subito, anche se si fermasse una sola macchina, un arresto
miocardico della viabilità.
Cosa che prima non accadeva. Ecco cosa succede. E
poi mi si deve spiegare una cosa. Dove è prevista la fermata degli autobus?
Come si è potuto concepire un simile progetto senza prevedere da un lato o
dall’altro uno spazio più aperto che non impedisse la normale circolazione dei
veicoli qualora si dovesse fermare un mezzo ingombrante? Tutto il discorso vale
uguale anche dall’altra parte della piazza (davanti al mercato rionale della
frutta), anche lì c’è stata leggerezza nel valutare gli spazi.
Quindi traendo le conclusioni,
è vero che adesso l’area risulta esteticamente migliore, più ordinata, ma è
molto meno funzionale la viabilità.
E dico di più, il tutto si poteva risolvere
mettendo semplicemente una segnaletica orizzontale. E per segnaletica
orizzontale intendo solo semplici pennellate di vernice. Solo “’ngocche
strisc(e) de pettura bianghe” direbbe il tipico bitontino verace. Con qualche centinaio
di euro si risolveva il problema.
Un’idea sarebbe stata quella che propongo
nell’immagine, dove ho creato a mano libera dei posti auto e delle zone dove
non sarebbe possibile parcheggiare ma che si presterebbero utili per i
parcheggi veloci (non so se proporzionato alla pianta ma notate che vi sono gli
stessi posti auto, la parte delle strisce trasversali non vi tragga in inganno,
perché è vero che non è sostabile ma è pur sempre di passaggio nel caso di
fermata bus o parcheggi anarchici).
Certo è giusto che le auto rispettino le
segnaletiche, però bisogna convenire che effettivamente spazi sufficienti non
ve ne sono più, questo è un dato di fatto. Non possiamo far finta che il
problema non esista, le auto sono troppe e i posti insufficienti, quindi
volenti o nolenti si vengono a creare situazioni di parcheggi momentanei in
doppia fila o su aree dove non si può sostare.
Utilizziamo quindi un po’ di buon
senso.
Con questo non voglio certo
attribuire la responsabilità al sindaco, ci mancherebbe altro.
Non è nel mio
stile muovere delle critiche sterili, piuttosto mi piace cercare delle
soluzioni funzionali ed essere costruttivo. Però qualcosa il primo cittadino
potrebbe fare. Dovrebbe fare attenzione nello scegliere i suoi compagni di
viaggio. Magari dire al responsabile all’urbanistica: “wagliò, iapre d’occhie!”
Perchè effettivamente a mio avviso non è stato fatto un progetto adeguato.
Senza dire poi che nei primi giorni del riordino della piazza a pochi passi su
via Palombaio si rompeva l’asfalto per la fibra ottica.
Manto stradale che era
stato appena ripristinato giorni prima per precedenti lavori (era bello tutto
uniforme, pulito e privo di rattoppi vari). Ma io dico, difficile era
coordinare i vari lavori dell’urbanistica e quindi far coincidere le cose? E
magari aspettare ad asfaltare, e farlo dopo che si era messa in opera la fibra?
Tempo fa è stato istituito al
comune di Bitonto l’Urban Center, strumento nato con l’obiettivo di supportare
il processo partecipativo durante il percorso di formazione del nuovo Piano
Urbanistico Generale per progettare insieme ai cittadini la nuova Bitonto.
Possono iscriversi esperti del settore per un gruppo. Studenti, laureandi e
giovani laureati, o chiunque abbia una mente “smart” (così si legge nel sito)
per l’altro gruppo.
Si richiede quindi a chi voglia partecipare che abbia una
mente aperta, sveglia, “smart”.
Ma la domanda che mi sorge
spontanea è: il responsabile all’urbanistica è “smart?”