L’approvazione
della legge sul Piano Olivicolo
Nazionale, il futuro del settore dell’olivicoltura,
da rilanciare attraverso una nuova organizzazione e sinergia tra gli attori in
campo, unità di intenti per contrastare il fenomeno della Xylella. Questi i temi
affrontati ieri mattina nel convegno “L’olivicoltura
italiana e l’organizzazione comune del mercato”, che si è tenuto presso
l’Hotel Riva del Sole a Giovinazzo, e che ha riunito rappresentanti delle
istituzioni politiche e del settore dell’agricoltura e dell’olivicoltura
nazionale, per individuare le prospettive per la valorizzazione dell’olio
extravergine d’oliva italiano, delle imprese, del mercato e del territorio.
A fare gli onori di
casa, Gennaro Sicolo, presidente delConsorzio Nazionale degli Olivicoltori,
promotore dell’evento.
«L’olivicoltura
è un settore trainante dell’economia ma abbiamo pochi amici, come verificatosi
con la riforma della PAC – ha commentato Sicolo –. Ci dobbiamo attrezzare da soli per
affrontare le sfide del mercato. Per anni ci si è concentrati soprattutto sul
latte, ora è giunto il momento di porre attenzione sull’olio perché nei
prossimi anni altri Paesi del Mediterraneo saranno molto più competitivi a
livello commerciale e strutturale, si rischiano davvero grosse turbolenze sul
mercato. Sul mercato circoleranno oli scadenti, spagnoli e portoghesi stanno
mettendo in circolazione oli fermentati, di costo inferiore, ed il Governo
dovrebbe essere meno distratto. Spagna e Portogallo puntano a distruggere gli
oli extravergine d’oliva. Il futuro è la competitività sul rapporto
qualità-prezzo. E grazie al Piano Olivicolo Nazionale ora abbiamo polvere da
sparo sufficiente (oltre 30 milioni di euro, ndr) per difendere il settore».
«Il
Piano Olivicolo Nazionale, con i suoi 32 milioni di euro, è un punto di
partenza importante ed ora bisogna relazionarlo ai singoli piani rurali –
ha spiegato Dino Scanavino,
presidente della Confederazione Italiana
Agricoltori –. Così si è deciso
finalmente che l’ulivo non è una pianta ornamentale ma una pianta produttiva,
pertanto bisogna capire l’organizzazione produttiva delle campagne e favorire
il ricambio generazionale per avvicinare i giovani. E solo sorreggendo tutta
catena, specie chi produce le olive e consuma olio, che sono le parti più
deboli della filiera, e condividendo assieme gli intenti partendo dalle nostre
capacità e dall’impegno delle istituzioni, possiamo rilanciare l’olivicoltura
nazionale e pugliese e attrarre i giovani, che potranno vedere così questo
settore altamente produttivo».
Non è mancato anche
l’apporto del Governo nel convegno, nelle parole del senatore Dario Stefàno, rappresentante della
Commissione Permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato,
dell’onorevole Colomba Mongiello,
Commissione Agricoltura della Camera e tra le protagoniste del Piano Olivicolo
Nazionale, e dell’onorevole Enzo Lavarra,
consigliere per l’Area Mediterranea del Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, Maurizio Martina.
«Ora
siamo nelle condizioni di disegnare una svolta della filiera dell’olivicoltura –
ha evidenziato Stefàno –. Lo sforzo che tutte le istituzioni della
filiera stanno mettendo in campo, a partire da Gennaro Sicolo, è rivolto a
concentrarsi sul tema che per imporre la qualità ed entrare nei mercati c’è
bisogno della competitività, di sfruttare le risorse della qualità dell’olio.
La svolta noi la definiremmo solo quando imprimeremo un nuovo modello
organizzativo che coinvolga tutti gli attori della filiera, ai quali dare loro
strumenti per poter lottare nella difesa del settore. Bisogna avere un certo
protagonismo attorno al modello regionale organizzativo, bisogna essere
organizzati meglio per dettare noi i tempi della produzione e della
distribuzione».
«L’approvazione del Piano Olivicolo è
il frutto di un grande gioco di squadra tra filiera olivicola unita, Parlamento
e Governo, e diventa pienamente operativo con una dotazione di 32
milioni che serviranno ad incrementare produzioni, pratiche agronomiche
innovative, aggregazioni di filiera e commercializzazione del prodotto – ha illustrato la piddina Colomba Mongiello –. Resta il problema del controllo lungo tutta la filiera perché è
intollerabile trovare olio etichettato come italiano, ma che è in realtà di
provenienza straniera. Chiediamo piena applicazione, quindi, della “legge Salva
Olio” a tutela della trasparenza e della qualità del nostro prodotto».
«Il
passo successivo al Piano Olivicolo Nazionale deve coinvolgere le regioni a
vocazione agricola affinché rendano simmetriche le iniziative a riguardo, non bisogna
perdere altro tempo nel trovare misure omogenee per non disperdere il lavoro di
contatto tra tutti gli assessorati regionali – ha sottolineato Lavarra –. La Puglia deve assumersi la responsabilità del suo ruolo senza fare
la prima donna ma concertando e guidando un’iniziativa tra le regioni».
«Sulla
revisione a medio termine della Politica Agricola Comune e sul budget che
l’Unione Europea destina ai singoli Paesi per la gestione dell’agricoltura,
dobbiamo fare in modo che le regioni meridionali determino un riequilibrio a
favore del settore olivicolo, dopo che ci siamo fatti gabbare nel passato dalle
regioni del nord per i bovini», ha continuato Lavarra,
che poi affronta la questione Xyella: «Il
9 luglio a Bruxelles si riunisce la Commissione fitosanitaria sulla Xylella.
Non fermiamoci, la xylella è un fenomeno che avanza. Il messaggio da dare è di
definire una strategia condivisa, tra Regione e Governo, prima del 9 luglio. Se
a Bruxelles andiamo sostenendo “l’eradicazione zero”, verremo ribaltati».
Xylella ed Unione
Europea, dunque. Chiusura pertanto con l’intervento di Paolo De Castro, Coordinatore della Commissione Agricoltura e
Sviluppo rurale del Parlamento Europeo.
«Dinanzi
al Piano Olivicolo Nazionale è necessario ora rimettere in piedi la filiera
della produzione, oggi ci sono difficoltà nella produzione di olio. Vogliamo
un’olivicoltura forte, moderna e capace, da valorizzare non partendo solo dai
costi ma attraverso l’immagine del nostro Made in Italy. Serve coniugare
risorse e strutture affinché le regioni possano puntare ad un progetto
condiviso a livello nazionale e che guardi al mercato. La qualità da sola non
basta, per non far diventare il Piano Olivicolo Nazionale lettera morta serve
rimboccarsi le maniche con azioni concrete».
De Castro ha
concluso parlando proprio di Xylella. «Trasformiamo
questa brutta pagina per riscattarci. Dobbiamo applicare le scelte comunitarie,
altrimenti rischiamo di bloccare la produzione vivaistica pugliese. So che il
presidente della Regione Michele Emiliano è già in contatto Unione Europea e Governo.
Emiliano andrà anche a Bruxelles, si tratta di una partita di carattere europeo
che si può vincere solo attraverso l’organizzazione e la qualità. Tante sono
state le falsità sulla questione dell’eradicazione delle piante nel raggio dei
100 metri da quella infetta: la provincia di Lecce è esclusa, l’unico focolare
è stato individuato solo ad Oria».