Oltre un milione e 500cento euro per garantire la pappa agli alunni, il trasporto scolastico, e altri interventi complementari, come l’acquisto dei libri. Più qualche sostegno agli Istituti paritari.
Il Consiglio comunale di ieri, rinviate ancora una volta le interrogazioni e le interpellanze (c’era il sindaco che aveva impegni istituzionali, ma in realtà è rimasto fino alla fine, anche se in realtà erano assenti gli assessori Rosa Calò e Federica Fiorio per impegni istituzionali), aveva come uno dei piatti forti proprio il Piano del diritto allo studio 2018, da licenziare entro oggi, 30 novembre. E così è stato.
Il Piano. Il Piano, a grandi linee, ricalca quello degli anni passati. Il Comune chiederà alla Regione 1milione e 635 mila euro, divisi tra il Servizio mensa (983mila euro), trasporto scolastico (269mila euro), interventi vari e complementari (340mila euro), più un “piccolo” sostegno alle scuole paritarie, che ammonta a oltre 40mila euro.
In realtà – ha spiegato l’assessore alla Pubblica Istruzione Vincenzo Gesualdo – ci sono due novità rispetto al passato: la sostituzione di due scuolabus – saranno sempre nove – perché usurati e, soprattutto, una spesa superiore per l’acquisto dei libri di testo di 80mila euro per consentire a chi ha Isee inferiore a 10mila euro di poterli avere in comodato d’uso.
In linea di principio, il provvedimento è accolto da tutti, ma non mancano le polemiche. Una è atavica: l’arrivo in ritardo dei provvedimenti ai consiglieri comunali, e quindi la difficoltà loro e delle commissioni di poterli analizzare ed esprimere pareri. Guaio che sarebbe successo ad Antonella Vaccaro (Partito democratico), che ha lamentato di non aver ricevuto alcunché, anche se è stata smentita da Angela Saracino (“Tra la gente”, presidente della IV commissione), e da Carmela Rossiello di Forza Italia.
La Commissione stessa, in realtà, per bocca di Giuseppe Fioriello (70032-Città in movimento) nel verbale redatto martedì, si è riservata di decidere sentendo l’assessore.
La forzista, poi, ha chiesto controlli approfonditi su due scuole paritarie: “L’albero azzurro” – curioso il suo caso: avrebbe chiuso i battenti il 1 settembre, ma al Comune risulta che ci sia una classe di 10 persone -, e quella di “Sant’Antonio”, che ha solo 18 alunni.
Il progetto sul bullismo. La grande novità del Piano sta nella presenza di un progetto, voluto e redatto dallo stesso assessore, volto a contrastare il bullismo e il cyberbullismo.
Si rivolge a tutte le classi quarte, di prima media e agli adulti significativi, e si pone i fini di costruire gruppi con forti sentimenti di appartenenza in cui i processi di aggregazione siano prevalenti rispetti a quelli di individualizzazione, promuovere azioni di sensibilizzazione e di scoperta della propria identità grazie al contributo dei sistemi di appartenenza sociale e comunitaria, realizzare azioni e percorsi di mediazione dei conflitti sociali, di educazione alla convivenza e alla coesione sociale, promuovere una cultura del benessere e delle “buone relazioni” che prevenga fenomeni di alienazione sociale, di psicopatologia e sociopatia, di dispersione e abbandono scolastico, di dipendenza e il fenomeno degli Hikikomori.
Già, ma come funzionerà? Preliminarmente sarà individuata una cabina di monitoraggio e di regia composta dai dirigenti scolastici degli istituti, dai presidenti dei consigli di circolo e di istituto, da docenti referenti, dalle figure professionali del centro di ascolto e consulenza, da un rappresentante dell’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia, e da un tecnico delegato dall’Amministrazione comunale.
La prima fase prevede un corso di informazione di 20 ore sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e sugli strumenti utilizzati per lo studio dei fenomeni, tenuto da un team di esperti. Quindi una fase di formazione rivolta ad alunni, genitori e docenti.
Accanto alle attività formative, ci saranno sei sportelli di consulenza ed ascolto psicologico presidiati da esperti e da psicologi (in realtà, sarà uno che girerà tutti gli sportelli).
Costa poco più di 130mila euro – i soldi li dovrebbe dare la Regione – ma il bello (o il brutto, fate voi) è che “il progetto ha poche possibilità di essere approvato”. Gesualdo dixit.
I dubbi, dall’opposizione, non mancano. Soprattutto da parte di Rossiello ed Emanuele Sannicandro (“Insieme per la città”), che chiedono quale sia l’indirizzo politico del progetto, come saranno trovati gli esperti, e cosa dovesse accadere se da lungomare Nazario Sauro dovesse arrivare bandiera rossa, totale o parziale che sia.
Proprio per questo, allora, la minoranza ha ottenuto l’impegno che il Comune – sono stati il sindaco Michele Abbaticchio e Christian Farella a rassicurarla – provvederà a proprie spese a portarlo avanti.
Il provvedimento è licenziato con voto favorevole all’unanimità.