“Oggi, il territorio del nord barese ha 5 ospedali di base. Con una manovra alla David Copperfield, la Giunta regionale punta dritta alla desertificazione ospedaliera: nel Piano di Riordino, infatti, con il gioco delle tre carte, si fa piazza pulita. L’ho denunciato oggi in Commissione Sanità, chiamata ad esaminare la proposta di Piano di Riordino ospedaliero della Giunta regionale.
Ma andiamo con ordine. L’articolo 6 del Piano di Riordino sulla programmazione degli investimenti ospedalieri, al comma 1, parla di 4 nuovi ospedali: San Cataldo a Taranto, Sud Salento, Andria e Monopoli-Fasano. Fra i nuovi ospedali, ne manca uno, depennato a sorpresa dalla Giunta regionale dalla lista che fu approvata negli anni passati: quello del Nord Barese. Successivamente, è citato in questi termini: ‘realizzazione dell’ospedale del Nord Barese che comporterà la riconversione degli ospedali di Bisceglie e Molfetta, oltre che di Trani e Terlizzi’. Riconversione uguale chiusura. Ciò significa che si stanno chiudendo 4 ospedali, lasciandone in piedi solo uno, ovvero quello di Corato. E non è prevista una nuova struttura. Inoltre, la realizzazione del nuovo ospedale di Andria comporterà la riconversione, ovvero la chiusura, del presidio ospedaliero di Corato! Quindi, il Nord Barese, da avere 5 ospedali, non ne avrà più nemmeno uno! Il tutto senza chiarezza, e in barba alla Carta di Ruvo sottoscritta da Emiliano ad ottobre 2016: avevamo condiviso un percorso per l’istituzione dell’ospedale di primo livello del Nord Barese, il presidente aveva firmato la Carta davanti a migliaia di cittadini con rappresentanti istituzionali e operatori della sanità, e speravamo che mantenesse la parola data. Ci siamo sbagliati, ha truffato un’intera comunità”.