Un mese fa, ormai, una circolare del Ministero della Salute, firmata dal direttore generale Rezza, annunciava l’avvio della somministrazione di dosi “booster” nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19”, stabilendo che era “possibile procedere con la somministrazione di dosi “booster” di vaccino anti SARS-CoV-2/COVID-19 (come richiamo dopo un ciclo vaccinale primario) a favore delle seguenti categorie: soggetti di età sopra gli 80 anni; e personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani.
Restava ferma la priorità – precisava la Circolare – del raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli autorizzati. La gestione delle somministrazioni sul piano operativo restava demandata alle regioni (che, in alcuni casi, lasciano autonomia alle Aziende Sanitarie Locali) e la rapidità con cui le terze dosi sarebbero state inoculate dipendeva dal ritmo tenuto, che appariva buono.
Ecco, alla luce di queste parole, ci scrive un bitontino, che ha un parente ricoverato presso la Rsa Villa Giovanni XXIII: “Perché gli anziani che sono in struttura non sono ancora stati sottoposti alla terza dose? Cosa aspetta la Asl a provvedere a questa grave mancanza?”.
A premere in tale direzione anche il personale della struttura. “Sono passati più di sei mesi dalla vaccinazione di tutti gli ospiti – ci spiega un operatore sanitario -. Noi possiamo recarci tranquillamente all’hub, ma gli anziani no. Abbiamo richiesto all’Asl di intervenire celermente per scongiurare il peggio, ma i nostri appelli sono caduti nel vuoto. Non possiamo rischiare di vivere l’inferno già passato tempo fa”.
Interrogativi che giriamo a chi di dovere…