Lo ricordo come fosse un sogno.
Una fisarmonica ne annunciava l’arrivo con le sue note che guizzavano suadenti tra persiane e ante nelle case di tutti. Poi, una nuvola di bambini era il suo corteo incantato.
Finché non sbucava lui, Michele Genovese, in arte – unica, sublime, ineguagliata –Piripicchio (nella foto di Pasquale Fallacara).
Era nato a Barletta nel 1907, ma i palpiti del cuore lo avevano portato qui da noi, a Bitonto. Un frac sdrucito, una bombetta fintoelegante, un baffetto prendingiro ed una canna di bambù che faceva volteggiare nell’aere con rara maestria.
Il suo spettacolo donava sorrisi a tutti con battute mordaci e persino osé, fu lo Charlot di Puglia, come l’asso del calcio brasiliano Garrincha fu vera “allegria del popolo“.
Scrive Michele Mirabella, uno che di teatro se ne intende, nella prefazione di “L’ultima mossa. Omaggio a Piripicchio” di Angelo Saponara: «Piripicchio. Si chiamava Piripicchio. Era un attore. Aveva scelto Piripicchio come nome d’arte, ma, all’anagrafe di Barletta, dov’era nato, risultava come Michele Genovese. Era un attore povero, recitava per strada, come i grandi giullari di razza fine di un tempo. E del giullare aveva il talento a forti tinte, la faccia mobilissima, la voce intonata e stentorea. E il volto, il volto che, in certi casi, casi miracolosi, è un paesaggio, in Piripicchio, era una parapettata di teatro eterno con quinte, fondali, spezzati ed arlecchine. Forse Michele Genovese non ha mai recitato al chiuso di un vero palcoscenico di un teatro col sipario di velluto, le scene e il cielo di carta».
Avrebbe voluto incontrare il Principe Antonio De Curtis detto Totò, pare che a lui si siano ispirati comici dell’avanspettacolo come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Un film del 2007 di Vito Giuss Potenza ne ha ricostruito poeticamente la biografia. Michele Genovese si spense proprio a Bitonto il 1º agosto del 1980.
Ora, dal momento che il suo teatro prediletto fu proprio la strada, mi chiedo: perché non dedicarne una a Michele Genovese, in arte Piripicchio?
Agli amministratori l’ardua risposta…