Una mail dolorosa, che una volta di più ci deve esortare a non volgere lo sguardo da un’altra parte, con intento quasi giustificatorio.
Ci scrive una turista, Gabriella, che è stata qui da noi, nei giorni scorsi, incappando in una spiacevole disavventura.
Leggiamo.
“Buongiorno, ho visitato Bitonto qualche giorno fa. Ho parcheggiato l’auto, in pieno pomeriggio, lungo il perimetro di una piazza centrale (che poi ho letto essere piazza Aldo Moro) ricca di panchine e gente.
Sono andata a vedere la vostra Cattedrale e ritornata circa un’ora dopo.
Ho trovato fracassato il finestrino dell’auto e rubate le bici dal baule. La piazza era piena di gente: uomini, donne, bambini, mamme, ragazzi e anziani.
Rompere il vetro di un finestrino non è opera silenziosa.
Faccio una triste riflessione: in questi momenti in cui tutti siamo orgogliosi di quelle persone che, anche rischiando, stanno aiutando i terremotati, io mi vergogno di quelle persone della piazza di Bitonto (ragazzi che hanno danneggiato e rubato, anziani, donne, uomini, mamme e ragazzi) legati da un evidente filo di omertà e da un vile disinteresse per quanto succede sotto i loro occhi.
Mi vergogno di questi italiani e faccio fatica a pensare che questo possa cambiare se, anche in queste piccole cose, non recuperiamo un po’ di dignità.
Non verrò più a Bitonto“.