«L’automobile è l’unico modo che ho per andare a Bari e svolgere la fisioterapia che mi è necessaria per ritardare gli effetti della mia malattia. Ed è l’unico mio strumento di libertà. Voglio tornare ad essere libero. Non credo di ritrovarla ormai. Spero che qualcuno mi dia una mano».
Parla così Nicola, un cittadino di Bitonto, disabile, che, qualche giorno fa, ha subito il furto della sua auto, una Opel Mokka, che, al suo interno, custodiva anche la sua sedia a rotelle. Un’auto, ci racconta, comprata da poco, di cui erano state pagate solamente tre rate e su cui stava facendo montare i pedali invertiti, per far sì che, nelle sue condizioni, gli riuscisse più agevole la guida.
Abbiamo già parlato della vicenda, proprio in occasione del ritrovamento, da parte della polizia, della carrozzina, di cui i malviventi si erano disfatti. Ma la carrozzina non basta, da sola, a restituire quella libertà che Nicola chiede. Ha bisogno della macchina, senza la quale non può fare lunghi spostamenti e, senza la quale non può andare a Bari per sottoporsi ai necessari trattamenti che gli permettono di affrontare la malattia che, prima o poi, lo porterà a muoversi sempre meno: «Più resto fermo e più velocemente la mia malattia prenderà il sopravvento su di me. Senza la mia fisioterapia perderò l’uso delle mie gambe. Mi serve la fisioterapia per ritardare quanto più possibile tutto ciò. Non è giusto e ora non so come fare».
La sua vicenda iniziò ben tre anni fa, quando lavorava come operaio per un’azienda. La sua salute iniziò ad essere compromessa da tre ernie al disco, che iniziarono a causare dolori. La situazione degenerò quando, a seguito di un incidente, che lo obbligò a convivere con la sindrome della cauda equina, che si verifica quando il fascio di nervi che si estende dal fondo del midollo spinale viene compresso o danneggiato.
Da allora la mobilità di Nicola è molto ridotta. Non può più lavorare e vive con una pensione di accompagnamento che spesso non basta. Ogni movimento è diventato difficile. Persino espletare le normali funzioni biologiche dell’essere umano: «Ho costantemente paura di cadere. Mi è difficile anche farmi una doccia. Spesso prego affinchè non riapra più gli occhi. La lotta contro la malattia mi dà uno stimolo per continuare, ma ora, senza auto, è venuto meno anche quello. Con la macchina mi sentivo meno disabile».
Nelle normali faccende domestiche quotidiane è aiutato, quotidianamente, da un assistente inviato dal Comune, perché da solo, ci dice, non ce la farebbe: «Spero che a Bitonto qualcuno mi voglia aiutare a poter avere di nuovo un’auto. Confido in associazioni, istituzioni, strutture sanitarie. Rivoglio la mia libertà».