Le date da segnare sul calendario sono il 2 settembre e il 1°dicembre.
La prima è quella in cui, molto probabilmente, avverrà la firma per il passaggio di consegne. La seconda è quella in cui dovrebbe accadere, sempre con altrettanta alta probabilità, lo start dell’effettiva prestazione da parte del nuovo gestore della commessa.
Di chi parliamo? Di una commessa, quella di INPS. Di un raggruppamento temporaneo uscente, Transcom Worldwide S.p.A, con sede a Modugno, e di un altro vincente, rappresentato da Comdata-Network. E in mezzo la sorte ancora incerta di tanti dipendenti e lavoratori, circa 800, tra cui anche non pochi bitontini.
I fatti. Tutto parte un paio di anni fa, quando la commessa INPS-Equitalia, da oltre dieci anni in mano a Transcom (in modo particolare la sede situata nella zona industriale di Modugno), viene appaltata. La gara dura più a lungo del previsto, e alla fine – marzo 2019 – a spuntarla la RTI Comdata-Network, inizialmente esclusa per un presunto vizio di forma e poi riammessa in un secondo momento, mentre la RTI uscente si classifica terza.
Quest’ultima, però, non ci sta e impugna la decisione al Tribunale amministrativo del Lazio, contestando, tra le altre cose, il prezzo troppo al ribasso con cui il vincitore si sarebbe aggiudicato la commessa, ma su cui però già c’era un parere positivo dell’Associazione nazionale anticorruzione, l’Anac.
Il Tar, però, nella sentenza pubblicata il 2 luglio, ha rigettato il ricorso dando ragione al raggruppamento temporaneo vincente. La multinazionale, però, la cui sede di Modugno è quella più grande, ha deciso di tentare l’ultima carta: il ricorso al Consiglio di Stato.
Quale sorte per i lavoratori? Dal 2 luglio, allora, la domanda è una sola. Che fine faranno i circa 800 lavoratori, tra dipendenti a tempo indeterminato, determinato e somministrati (la stragrande maggioranza), e che lavorano ogni giorno alacremente e con dedizione nello stabilimento modugnese?
A tal riguardo, il 25 luglio si è svolto un primo incontro tra la RTI vincente, l’INPS e i sindacati di categoria in cui, oltre a mettere nero su bianco le tempistiche della firma (2 settembre) prima e del passaggio di consegne poi (1°dicembre), si è parlato, ovviamente, della sorte delle maestranze.
I sindacati “hanno ribadito – si legge nella nota diffusa dopo il vertice – anche in questa riunione le loro richieste per la corretta applicazione della clausola sociale, ovvero: garanzia del perimetro occupazionale, comprensivo dei lavoratori a tempo indeterminato, determinato, apprendisti, in somministrazione, impiegati da aziende che lavorano la commessa in subappalto; condizioni economiche e normative (livelli di inquadramento, profili orari, mansioni, scatti di anzianità, rispetto dell’art. 18); territorialità e quindi vicinanza delle nuove sedi con quelle attuali; Contratto collettivo nazionale del lavoro da applicare anche in caso di subappalto”.
Non solo, perché le organizzazioni sindacali “hanno sottolineato l’importanza che anche ai lavoratori in subappalto sia applicato il CCNL TLC, in coerenza con l’accordo sul costo minimo al minuto basato sul suddetto contatto, che è stato sottoscritto prima dell’apertura della gara e su cui essa si basa”.
Comdata-Network, dal canto suo, ha fatto alcune rassicurazioni. “Si farà carico dell’intero perimetro e dei siti attualmente operativi, predisponendo sedi adeguate che tengano il più possibile in considerazione le esigenze dei lavoratori di vicinanza chilometrica alle sedi attuali. Ha affermato che i lavoratori saranno assunti con contratti ex novo, ma che le condizioni normative ed economiche precedenti saranno confermate poiché sarà riconosciuta la professionalità acquisita e, di conseguenza, l’anzianità convenzionale e tutti gli istituti contrattuali che da essa conseguono (livelli, anzianità, profili orari, mansioni, art. 18)”.
E ha, altresì, confermato che “i sei mesi da cui nasce la soglia del diritto alla clausola sociale è da contare a partire dalla data della stipula del contratto. Le persone che dovessero avere un’anzianità di servizio inferiore non perdono automaticamente il diritto, ma lo maturano in subordine a chi lo ha maturato per primo”.
Che succede, adesso, allora? C’è solo da attendere, anche perché le trattative vere e proprie inizieranno soltanto a settembre.
La speranza è che tutto e per tutti vada davvero bene.
Anche perché bisogna anche capire quali saranno le mosse e il futuro dello stabilimento modugnese.