L’omino che si è spento qualche giorno fa non v’era chi non lo conoscesse. Amato dai suoi cari, stimato dai suoi clienti, ammirato dai suoi concittadini: tutto quel che può connotare l’esistenza di una persona che abbia vissuto secondo gentilezza, onestà e simpatia. Ma Pasquale Morea, 92enne, era qualcosa di più, specchio preziosi di tempi ormai passati, e pur tanto rimpianti. In due parole, un mare di nostalgia: calzolaio e musicante. E sì, perché una volta le botteghe dei ciabattini erano dei bazar pieni zeppi di meraviglie, fra poster scoloriti di squadre di calcio e piacevole odore di colla, con scaffali stracolmi di scarpe da resuscitare a saggi colpi di chiodini e artistici tocchi, ché allora non si buttava nulla. E nei rari momenti di pausa tra un’opera e l’altra, questi spesso arguti magistri scarpari si dedicavano alla musica, quasi traslando l’estro da un mondo all’altro, continuando ad essere pure artigiani delle sette note. E l’indimenticabile signor Pasquale suonava la grancassa nella celeberrima Bassa banda di Bitonto – ogni componente era un autentico personaggio per tutti i suoi concittadini-, che portava allegria per le strade della città. E chi – con una calzatura rimessa miracolosamente in sesto o con un pezzo intonato a ritmo – ha donato un lieto sorriso agli altri, anche a chi non conosceva, per gratitudine e affetto non sarà mai dimenticato…