Dall’avv. Giuseppe Cazzolla, responsabile Fare Verde Bitonto, riceviamo e pubblichiamo:
Cave, pale eoliche, discariche, rifiuti abbandonati, consumo del suolo.
Una Città costantemente divisa tra bellezza e tentativi di degrado.
Non abbiamo mai smesso di decantare le bellezze della nostra Città anche portando il suo nome aldilà della poligonale, in Comuni pugliesi, ma anche in altre Regioni d’Italia.
Tutti rimangono estasiati dai paesaggi che la Murgia bitontina offre, dalla terra rossa dei terreni e delle grotte di Lama Balice, dalle corti e dai monumenti del centro storico, ma pochi sanno che la difesa di questo territorio è frutto di enormi battaglie.
Non passa giorno in cui non apprendiamo dall’albo pretorio o dagli organi di stampa che vi sia una richiesta di ampliamento di qualche cava, di aperture di nuove discariche, di realizzazione di impianti eolici a ridosso dell’Alta Murgia ( anche con il coinvolgimento dei territori limitrofi come Ruvo di Puglia o Palo del Colle), di inquinamento di falde acquifere, ecc…
Perchè ?
La sensazione è che, di fronte a queste vere calamità, la maggior parte dei cittadini rimanga indifferente ed a sollevarsi sono sempre gli stessi: gli ambientalisti (non necessariamente appartenenti ad una associazione).
Di fronte ad un gran parlare di ambiente, sembra che le coscienze si siano quasi narcotizzate, addormentate, abituate a subire, come si è fatto in passato, quando le battaglie di singoli individui venivano scambiate o fatte passare per “eresie”.
Ma il comune sentire deve cambiare. Anche se in pochi hanno il coraggio di affermarlo, i veri nemici dell’ambiente sono “l’indifferente” e il “progressista”. Il primo non prova alcuna emozione di fronte a nulla, il secondo è colui che crede che se il mondo è andato avanti migliorando sempre di più, quello attuale è il migliore dei mondi possibili. Dunque anche se l’aria è avvelenata e l’ambiente è deturpato, eccetera, noi abbiamo comunque la fortuna di vivere meglio dei nostri predecessori.
Già Rutilio Sermonti nel libro “l’uomo, l’ambiente e se stesso”, evidenziava che nessun passo in avanti si può fare nella ricerca di un rinnovato equilibrio tra l’uomo e la natura se non si supera un modello di sviluppo basato sul saccheggio delle risorse della Terra. Di pari passo deve procedere un vero e proprio disinquinamento mentale dai luoghi comuni di un ottuso ottimismo progressista.
E’ questa la vera battaglia ecologista, altrimenti si coltiva solo un’illusione: quella che per evitare una eco-catastrofe, basta “l’ecologismo perbenistico di quello che butta la cartaccia negli appositi cestini… ( per usare un’espressione dello stesso Sermonti).
Possiamo quindi combattere contro questa prepotente e presuntuosa aggressione del territorio?
La risposta è sì, ma non basteranno le “toppe” dei governanti, le paure degli “apocalittici” o le mode e le indignazioni dei “superficiali”, occorre vestirsi di una mentalità differente che coinvolga in prima persona l’Uomo e quindi noi tutti.
Solo se sapremo apprezzare il cielo, solo se riusciremo ad ascoltare i suoni del bosco ed a sentirne gli odori, riusciremo ad essere poeti e cittadini che non smetteranno mai di difendere il territorio dalle continue aggressioni dell’Uomo che approfitta delle distrazioni di un altro Uomo.