Dolore e commozione, giovedì
pomeriggio, per i funerali di Michele Ciocia, il paracadutista bitontino morto nel campo di
San Michele alle Paludi in terra fermana, durante il suo primo lancio dopo il
corso di base della scuola Flyzone Fermo.
In una Chiesa di San Pasquale gremita di parenti, amici, conoscenti e
semplici cittadini che volevano partecipare col loro umano calore, la comunità
bitontina si è stretta intorno ai familiari colpiti dal devastante lutto.
Al termine della toccante cerimonia, il corteo funebre è stato salutato
dal discreto rombo dei motori degli amici centauri di Michele, che aveva tra le
sue passioni anche le due ruote, oltre al volo.
Frattanto, emergono i risultati dell’autopsia. Sarebbero stati i traumi
dopo la caduta ad uccidere il trentottenne nostro concittadino.
L’esame autoptico è stato condotto martedì nell’obitorio dell’ospedale
di Civitanova Marche sulla salma dai medici legali Rino Froldi, Dora Mirtella e
Domenico Mazza, presenti alcuni consulenti di parte nominati dalla famiglia.
Tuttavia si dovrà attendere ancora alcune settimane per capire se vi
siano state anche delle concause, magari durante le fasi di lancio.
Resta infatti da accertare il motivo per cui Ciocia sia riuscito ad
aprire la prima vela mentre poi non è stato in grado di compiere alcuna manovra
di emergenza.
L’impatto con il terreno è stato talmente forte che era paragonabile ad
un volo dal terzo piano di un palazzo.
Proseguono, quindi, le indagini con l’esame dei filmati fatti al campo
di volo durante il lancio e con la perizia tecnica sul paracadute.