La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha chiesto il giudizio immediato per gli otto presunti responsabili dei quattro agguati commessi la mattina del 30 dicembre 2017 a Bitonto, nella quale fu attinto il 20enne Giuseppe Casadibari e rimase uccisa l’84enne Anna Rosa Tarantino.
Tra gli imputati figurano anche due pregiudicati accusati di aver minacciato i famigliari di un pentito.
Si tratta del 28enne Benito Ruggiero, del 30enne Rocco Mena, del 45enne Michele Rizzo, del 23enne Cosimo Liso, del 24enne Michele Sabba e del 38enne Rocco Papaleo (leggi qui:
Per quei fatti saranno processati anche gli esponenti del gruppo criminale Conte – il 48enne Domenico Conte – e Cipriano – il 31enne Francesco Colasuonno -, da cui è partita la guerra armata, tra cui anche il presunto boss Domenico Conte arrestato lo scorso 27 maggio dopo 37 giorni di latitanza (leggi qui: https://bit.ly/2GVf3og).
I Pm Ettore Cardinali e Marco D’Agostino hanno contestato a tutti l’aggravante mafiosa: fu proprio Conte il mandante dell’omicidio e a portare il suo messaggio ai sicari, il sodale Alessandro d’Elia.
Il processo è fissato dinanzi alla Corte d’Assise per il 10 settembre, ma quasi tutti gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato che si celebrerà dinanzi al Giudice dell’udienza preliminare.
In particolare, la difesa di Conte ha chiesto il rito abbreviato condizionato dall’acquisizione dei tabulati telefonici che dimostrerebbero che non fu il presunto boss a dare ordine di sparare.
Intanto, proprio il 6 giugno scorso, durante l’incidente probatorio (previsto e disciplinato dall’art. 392 c.p.p.) a carico del 24enne Michele Sabba e del 38enne Rocco Papaleo, autori materiali della sparatoria e ora collaboratori di giustizia, i due ammisero che la mattina del 30 dicembre, l’imputato Alessandro d’Elia fosse davvero giunto a portare l’ordine – ricevuto dal capo del gruppo criminale, Conte – di sparare “Chiunque fosse capitato a tiro” del clan avverso.