I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito tre ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari (ufficio esecuzioni penali), nei confronti di altrettante persone già gravate da sentenze definitive di condanna, per gravi reati commessi a Bitonto nell’estate del 2007, e riconducibili al contrasto tra due consorterie mafiose per il controllo del territorio e delle attività illecite nel nostro comune. Si tratta del 33enne Giuseppe Digiacomantonio, del 36enne Salvatore Ficarelli e del 41enne Giosuè Perrelli. I primi due sono stati rintracciati a Bitonto, loro città d’origine, l’altro in un appartamento disabitato a Cassano delle Murge, dove si era rifugiato per sottrarsi alla cattura: è stato trovato in possesso di una pistola carica e con matricola cancellata che è stata sequestrata. Le pene inflitte ai tre responsabili oscillano tra i 20 e i 17 anni, per i delitti di omicidio, tentato omicidio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere porto e detenzione di armi, in concorso e tutti aggravati dal metodo mafioso. L’attività investigativa svolta dai Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, e le relative condanne, conseguono a due fatti di sangue, connessi tra loro: il tentato omicidio di Domenico Conte, elemento apicale di uno dei gruppi criminali, reale obiettivo dell’agguato, e il contestuale omicidio di Vito Napoli, “scorta” di Conte, commessi su via Amendolagine, a Bitonto, il 20 luglio 2007 e l’omicidio con occultamento di cadavere di Giuseppe Dellino (leggi qui https://bit.ly/3FZaw4P), autista del commando che aveva provocato la morte di Napoli, e assassinato per mano degli stessi sodali, per timore che potesse collaborare con la giustizia, commesso poco dopo. Le indagini, condotte, in diverse fasi, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, attività tecniche, nonché supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia – tra cui il mandante del primo omicidio Arturo Amore (leggi qui https://bit.ly/3V7rHqb) -, hanno consentito, il 13 luglio del 2013, di ritrovare il cadavere di Dellino in un pozzo nella frazione Palombaio di Bitonto, e nell’ottobre dello stesso, di eseguire provvedimenti cautelari nei confronti dei tre, oggi condannati in via definitiva.