Ce n’eravamo occupati già ad agosto, quando lo scenario
di preferenza era la SS 16, ma a distanza di pochi mesi e con le stesse
modalità, pare sia posta in atto anche nel pieno centro di Bitonto.
Sono già due le testimonianze accertate di quella che è
una vera e propria truffa ai danni degli automobilisti, che, in marcia a bordo
delle proprie auto sentono che qualcosa colpisce violentemente lo specchietto
del veicolo. A quel punto, quasi sempre due uomini, in un’auto parcheggiata
nella strada appena percorsa, fanno cenno al conducente di fermarsi e lo
accusano di aver appena urtato con lo specchietto della sua macchina quello
della loro, rompendolo.
Comincia così la trattativa, con tono sostenuto si
mostrano disposti a non ricorrere alla denuncia di sinistro e chiudere la
questione con un bel centone. Nel caso in cui, però, dovessero incontrare la
resistenza dell’automobilista truffato cominciano ad abbassare il tiro,
giungendo anche alla “esigua” richiesta di 20 euro.
«Ero su via Senatore Angiolini quando, per evitare una
buca ho sterzato ed ho sentito un forte colpo in conseguenza del quale il mio
specchietto si è chiuso. – Ha raccontato uno dei due testimoni- A quel punto ho
accostato per accertarmi degli eventuali danni, pur essendo sicuro di non aver
colpito nessuna auto, e due uomini hanno parcheggiato la loro Audi A1 bianca
trasversalmente davanti alla mia per evitare di farmi uscire. Così è cominciata
la trattativa. Inizialmente mi hanno chiesto 250 euro, poi 100 e poi ancor
meno, fino a quando, con le mani in tasca per dimostrargli che non avevo soldi
con me, non hanno intravisto 20 euro, che sono stato costretto a dargli».
La seconda delle due testimonianze riportateci, invece,
parla di una Seat grigia, appostata in via Castelfidardo, dove ha dunque avuto
luogo il raggiro, ma la descrizione dei due uomini dall’accento siciliano
marcato è la stessa. I due pare siano pluripregiudicati ed abbiano già
collezionato un ingente numero di denunce in tutta Italia.
La tattica migliore per potersi dileguare senza cadere
nel tranello (anche se non sempre applicabile, vista l’imprevedibilità della
situazione) è quella di invitare i truffatori a raggiungere insieme la polizia
municipale e avviare la pratica di sinistro, a quel punto saranno loro i primi
a tirarsi indietro.