Dall’Associazione Architetti Bitonto riceviamo e volentieri pubblichiamo.
NOSTALGIA DEL FUTURO
Il post pubblicato sulla pagina dell’Associazione Architetti Bitonto“ripristiniAMO le basole” ha suscitato l’interesse dei cittadini, alimentando un dibattito con gli inevitabili pro e contro nei confronti della nostra proposta.
Tra i commenti, qualcuno ci ha finanche rappresentato come dei nostalgici, poco pragmatici e forse anche refrattari al progresso.
In realtà, l’unica forma di nostalgia che come architetti possiamo concederci è quella che, in ambito accademico, qualcuno ha definito “nostalgia del futuro”.
L’Architettura, intesa in tutte le sue declinazioni, compresa quella del disegno urbano, è una disciplina per sua natura proiettata al futuro. La stessa parola “progetto”, che racchiude in sé la sostanza del lavoro dell’architetto, etimologicamente significa: “azione di gettare avanti”, “ciò che si ha intenzione di fare in avvenire”. E questa propensione al futuro è tanto più densa di significato quanto più riesce ad interpretare e rielaborare ciò che ci lega al passato, promuovendone la conoscenza.
E’ sufficiente ripercorrere a ritroso tutti i post pubblicati dalla nostra Associazione per comprendere che il filo conduttore è sempre lo stesso e punta a stimolare una visione complessiva, un’idea capace di sovrintendere i processi di trasformazione della città, di costruire nuove relazioni o riscoprirne di vecchie, valorizzando il patrimonio ereditato.
Vista da questa angolazione, la nostra proposta di recupero degli antichi basolati non può certo prescindere da un ripensamento complessivo di tutta l’area, ponendosi come obiettivo più immediato quello di alleggerire il traffico veicolare. A maggior ragione dunque il nostro messaggio non può certo essere interpretato come la richiesta imperativa di procedere ad un intervento estemporaneo, slegato da una strategia complessiva. L’intento, al contrario, è proprio quello di evitare che le poche risorse economiche disponibili vengano impiegate per opere episodiche come la rotatoria di Piazza Marconi, per nulla funzionale all’ipotesi di riduzione della presenza di autovetture nel centro urbano.
E’ chiaro che fra gli obiettivi della nostra iniziativa c’era anche quello di sensibilizzare quanta più gente possibile sul tema specifico delle vecchie pavimentazioni, per comprendere se queste siano o meno riconosciute come un patrimonio da salvaguardare. E non è affatto ovvia questa considerazione, come qualcuno, ironizzando sul nostro post, ha affermato. Basti pensare che solo qualche mese fa, in occasione di lavori analoghi nell’area antistante la chiesa di San Francesco di Paola, le ruspe avevano ignorato completamente la presenza dell’antico basolato, danneggiandolo. E solo l’intervento di un cittadino, evidentemente sensibile alla questione, permise in quell’occasione di bloccare i lavori.
Ci avvilisce l’approccio “materialistico” alla questione, forse un po’ pretestuoso, che oppone alle nostre visioni sempre la stessa obiezione “non ci sono soldi!”, dimostrando di non voler intenderne il vero senso.
Ci conforta invece l’interesse e l’entusiasmo di molti cittadini che, grazie a circostanze occasionali come i lavori stradali, scoprono con occhi nuovi pezzi di città che si offrono in versioni inedite e inaspettate, mostrandosi sensibili a tematiche mai affrontate pubblicamente.
E’ il segno che i cittadini possono essere coinvolti nei processi decisionali e che si può cominciare a parlare tutti insieme della “visione futura” della nostra città.
Noi ci siAMO.