Don Vito Piccinonna, parroco rettore della Basilica pontificia dedicata ai Santi Medici, ci ha abituato a questo suo modo di fare, singolare, sorprendente ed efficacissimo.
Somiglia al calciatore che, al termine di una faticosa partita, dopo i supplementari persino, si fa carico della responsabilità di tirare il penalty decisivo.
Ed è lì che il rigorista spiazza sempre il portiere avversario. Con coraggiosa e chirurgica precisione.
Prendete la celebrazione di domenica sera. Dopo aver cantato le lodi del mondo georgico, con la sua benedetta fatica ed i suoi doni meravigliosi, don Vito si è concesso una divagazione significativa.
In sostanza, da un pulpito che dà ancora più valore alla predica, ha declamato quanto segue: “Non sporcate la processione dei Ss. Medici. Perché fate i malavitosi tutto l’anno e poi sperate che, portando il cero grande, tutti i peccati vi possano essere mondati? Preferisco che rimaniate nelle vostre case e fra le quattro pareti cominciate ad avviare un percorso di pentimento, con un esame di coscienza. Perchè non dovete mai dimenticare che questa è e resterà sempre una festa religiosa“.
Monito durissimo, ma fondamentale.
Dopo qualche anno. riemerge la questione sollevata allora dal giornalista Valentino Losito, sulla necessità da parte della Chiesa di fare professione di parresia.
Il “calciatore” Piccinonna ha scoccato il tiro dagli undici metri, due giorni fa.
Staremo a vedere.
Non è mai troppo tardi…