C’èDomenico Rucci, 37 anni, che riesce ad andare al mare soltanto grazie
al padre che lo accompagna avendo una macchina attrezzata per il
trasporto della carrozzina.
Altri,
però, non sono così fortunati. Maria Picciotti, 58 anni, non vede
da anni il colore dell’acqua così come Cesare Stellacci, 32enne.
Il
19enne Arcangelo Salierno, invece, è costretto a un viaggio della
speranza, o quasi: deve chiamare la stazione ferroviaria di Bitonto e
comunicare con almeno 24 ore di anticipo l’ora in cui vorrà essere a
Bari centrale, e di lì poi prende i mezzi pubblici dell’Amtab per
recarsi a Pane o Pomodoro o altri posti balneari.
Accanto
a loro, anche altri diversamente abili costretti su una carrozzina e
alcuni esponenti del mondo del volontariato e della diversabilità.
Si
sono trovati ieri mattina fuori alla stazione per rendersi conto,
ancora una volta, di come per loro sia difficile andare al mare come
tutti gli altri.
Il dì
non è stato casuale. Nei giorni scorsi, infatti, avevano chiesto
alla Cotrap – l’azienda di trasporto pubblico che copre la tratta
Bitonto-Santo Spirito e non solo – un pullman ad hoc per potersi
recare all’ex marina della città.
La
risposta, in realtà, è stata da subito negativa. Mezzi adibiti non
ce ne sono.
Domenico,
Cosimo e gli altri però hanno voluto vederci chiaro di persona. E
constatare come sia l’autobus delle 9.30 che quello delle 10 non
potevano farli salire, a meno che non si trattasse di carrozzelle
pieghevoli e chiudibili.
Oltre
al fatto che gli stessi autisti non erano stati allertati
dall’azienda dal fatto che era stata inoltrata tale richiesta.
«Non
chiediamo la luna – afferma
Domenico Rucci, che già tre anni fa ha “solleticato” l’azienda
avendo sempre risposte negative – ma
soltanto un diritto che ci riconoscono leggi europee e nazionali, ma
purtroppo non sono applicati. Non ci è consentito poter andare al
mare con i mezzi pubblici, e questo ci fa sentire cittadini di serie
B».
Cosimo
Stellacci, invece, chiede che venga realizzata una pista ciclabile
che unisca Bitonto a Santo Spirito.
Che
fare, allora? «Stiamo
valutando la possibilità – affermaAngelo Caldarola, membro di “Più valore onlus” –di chiedere un
risarcimento per i danni subiti». A
suo supporto ci sarebbe una recente sentenza del Tribunale di Milano.
«La
Cotrap – affermaRoberto Savino, coordinatore sicurezza dei mezzi Cotrap – non
possiede autobus con la pedana. La colpa è anche della Regione, che
dal 2007 non eroga più un euro per consentirci di rinnovare il parco
mezzi».
Anche
il Comune, purtroppo, non sembra poter venire incontro alle esigenze
dei diversamente abili.
«Come
ogni anno – sottolinea
l’assessore al Welfare Francesco Scauro – prepariamo
una programmazione estiva ad hoc per loro (per
questa estate sono stati stanziati 40mila euro, ndr), ma
per mancanza di fondi non possiamo permetterci un pullmino che li
porti al mare».