Si
sono ritrovati in piazza Moro a partire dalle 10.30.
E
sono partiti da qui, da questa centralissima piazza della città,
alle 11.20. Tutti dietro lo striscione “Noi
ci siamo”.
Non
a caso, perché tutti i partecipanti alla manifestazione di ieri
mattina (doveva essere una catena umana in realtà, ma la pioggia e
gli ombrelli hanno avuto la meglio), si sono radunati con questo
invito preciso. Bitonto, quella che crede nella legalità, nel senso
di appartenenza, di comunità, nel bene comune, nell’idea di
condivisione, ha detto un no secco alla violenza, alle ingiustizie,
all’illegalità, alla corruzione, all’arroganza, alle intimidazioni
mafiose, alla truffa. Al noi più che all’io.
E
che vuole rispondere ai tanti, troppi, episodi di cronaca nera,
nerissima, che hanno occupato le pagine dei media negli ultimi mesi
(le numerose sparatorie, gli atti intimidatori contro i dirigenti
comunali su tutti) e ad altri, che seppur invisibili, sono più
presenti e fastidiosi di quelli che fanno rumore (estorsione, racket,
usura e compagnia bella).
Anche
per questo non erano in pochi, nonostante le avverse condizioni
meteorologiche. I rappresentanti dei comitati di quartiere. Le
associazioni, di qualunque natura. Le forze dell’ordine. I volontari,
di ogni tipo. Gli studenti con i docenti. Rappresentanti della stampa
e delle forze politiche cittadine. Il partito delle donne. I
cittadini “comuni”.
Tutti
in fila, sono arrivati ben presto a Palazzo Gentile. Dove alcuni
hanno letto sia “azioni
d’ingiustizia”, cioè quelle parole,
azioni, fatti realmente registrati in città, sia “azioni
di speranza” in
cui sono state condivise buone pratiche, atti di giustizia, di pace e
di civismo.
Anche
il sindaco Michele Abbaticchio, seppur assente – da giorni è ko per
gravi motivi di salute – ha lasciato un suo messaggio, letto dalla
moglie Carmela. Rivendica, il primo cittadino, la consegna di due
immobili un tempo ad appannaggio della criminalità (via Muciaccia e
via Ragni) alle cooperative “l’Anatroccolo” e “Auxilium”.
Questo
però deve essere solo l’inizio. Così come la marcia di ieri. Ne
sono state fatte altre in passato, ma quali risultati hanno portato?
“La
speranza ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno
per le cose come sono, il coraggio per cambiarle”,
scriveva un paio di millennio fa sant’Agostino.
E
le cose non si cambiano con gesti sporadici…