Aspetti sconcertanti e continua trascuratezza da parte della direzione della Asl Bari in merito all’annosa questione della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza di Bitonto, situata all’interno del Presidio Territoriale di Assistenza. È quanto emerso nella seduta della commissione regionale bilancio, convocata dal presidente Fabiano Amati, che si è tenuta oggi in seguito alle mie pressanti richieste-denunce e alla lettera inviata con i genitori dei piccoli utenti della neuropsichiatria al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, al direttore del Dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro e al direttore generale della Asl di Bari Antonio Sanguedolce, per chiedere un intervento tempestivo sulle condizioni critiche in cui versano gli ambienti dove viene erogato il servizio all’interno del Pta. All’odierna riunione della I commissione regionale, hanno partecipato i responsabili della neuropsichiatria infantile di Bitonto e della Asl di Bari che hanno confermato quanto descritto all’interno della lettera inviata nelle scorse settimane ai vertici della sanità regionale, circa sia l’insufficienza degli ambienti, sia il degrado in cui versano. L’aspetto sconcertante è che l’area tecnica Asl ha riferito di aver previsto il trasferimento della neuropsichiatria dal Pta all’ex Tribunale di Bitonto, ma all’insaputa dei genitori. All’interno di quest’ultima struttura, però, stanno per partire dei lavori di riqualificazione, tanto che persino l’Ufficio di piano del Comune è in fase di trasloco. Come potevano mai essere ospitati lì i piccoli utenti? Ma non finisce qui. La Asl avrebbe eseguito lavori edili senza nessuna interlocuzione con gli Uffici preposti del Comune e senza mai utilizzare quegli ambienti. Di chi è ora la responsabilità di questo sperpero di denaro? Resta il fatto che i genitori non sono mai stati d’accordo con questo tipo di spostamento: noi, dunque, continueremo la nostra battaglia, senza sosta, al fianco delle famiglie dei piccoli pazienti e degli operatori, che svolgono un lavoro prezioso ed encomiabile. La nostra lettera è stata un piccolo tsunami e l’audizione di quest’oggi in Regione un sasso nello stagno: adesso pretendiamo che immediatamente si trovi una soluzione per risolvere questa vicenda, che siano individuate alternative strutturali e le risorse finanziare necessarie, in modo che le terapie per i bambini siano svolte in ambienti sani e confortevoli.