Vola via un altro pezzo della storia di Bitonto. Di un mondo altro e più alto, che non sappiamo se fosse anche migliore, ma di certo era diverso, materiato com’era di verità e purezza, culto del lavoro e amore per la famiglia, valori che ancora si possono riconoscere nelcuore dei suoi figli e che si traducevano in ossequio estremo per la nostra città.
Un mondo, che, pian piano, va sparendo. Che non c’è più, purtroppo.
Un uomo probo ed esemplare, questo era Vincenzo Cariello, scomparso due giorni fa.
Con parole sincere e commosse lo ricorda l’onorevole Giovanni Procacci. E noi abbiamo sempre il dovere di serbare la memoria di concittadini sì tanto umilmente paradigmatici, se non altro per non dimenticare che il futuro si nutre del nostro passato.
“Vincenzo Cariello si è spento silenziosamente in questo tempo in cui la vita e la morte non fanno più rumore. Lo chiamavamo Vincenzino di Gesù morto per la sua indomita devozione e anche perché per tanti anni ha portato a spalla la sacra immagine della chiesa del Purgatorio. Uomo semplice ma brillante e mai prono a chi ne sapeva più di lui. Incline alla battuta ironica e salace, era una delle figure popolari più sapide della nostra città. Se ne va un pezzo di memoria della mia vita accanto a mio padre di cui era devoto amico. Un ricordo fra i tanti: terminata la processione del venerdì santo di un anno che si perde nel tempo, mi propose di accompagnarlo in macchina. Incuriosito accettai e dopo poco mi ritrovai per una strada di campagna dove un edicola buia fu illuminata da un cero che Vincenzino, esausto per la fatica, aveva acceso con le sue mani….ma anche con le sue lacrime“.