Forse, la figlia di un eroe dev’essere proprio com’era Rosa Maria Lomaglio, morta ieri alla veneranda età di novant’anni. Ricordo ancora il viale barese scolpito dal vento, l’alto palazzo elegante, la casa che sembrava avvolta da un tempo senza tempo, dove tutto era grazia antica. Chioma fiammeggiante, occhi lucenti di fierezza e commozione – penultima di una nidiata di undici pargoli -, la donna carezzava piano cimeli, medaglie e foto di un passato onusto di gloria. Il padre era stato il grande colonnello medaglia d’oro Pasquale, cittadino onorario e Cavaliere di VIttorio Veneto, pluridecorato e invalido della Grande Guerra, della Guerra d’Africa, della Guerra di Spagna e della Seconda Guerra Mondiale, persino fondatore della squadra di calcio neroverde agli albori del secolo scorso. Soprattutto, in seguito alla firma dell’armistizio di Cassibile il 3 settembre 1943, scampò la nostra città dal passaggio dell’esercito nazista, che poteva essere distruttivo. Quel galantuomo che fu Tommaso Annese ricordava con voce tremante d’emozione quella scena memorabile: “Impossibile dimenticare le parole in tedesco che si scambiarono i due militari, Lomaglio e il comandante della legione della Whermacht, e lo schiocco degli speroni, mentre mille occhi di bitontini tremanti osservavano speranzosi. Fu un secondo miracolo dopo quello della Madonna, per me”. Ieri, l’ultimo giorno di vita della gentil donna. Il figlio Ettore, che a lungo le è rimasto accanto, così ha scritto: “Mamma, mi aspettano giorni pesanti… in cui non avrò il conforto del tuo sorriso, nemmeno il suono del tuo rimprovero…
Ora sono io, un uomo già vecchio di nascita, che deve difendere la tua dignità…
So che mi proteggerai dal cielo… ma per favore chiedi al Signore di darmi quegli anni più necessari per realizzare i sogni che avevi per me… prega Dio, che è vicino a te, che ti renda felice… Che alla fine è tutto ciò che conta per me, mamma”. La signora sarà sepolta nel cimitero di Bitonto, come a ricucire le pagine di un Libro di Storia, che, troppo spesso, tendiamo ad obliare…