Il vescovo Francesco Savino scrive ai giovani della Diocesi di Cassano allo Jonio in Calabria, ma in realtà il suo messaggio ha un’utenza molto più grande perché le sue parole arrivano sempre al cuore di tutti.
Il suo, questa volta, è un invito alla felicità e alla bellezza affinché la vita sia vissuta pienamente senza ansie, senza paura di non essere all’altezza, senza sprecarla con consumo spropositato di alcool o sostanze stupefacenti o qualsiasi altra cosa che possa essere “figa” o dare il brivido.
Ognuno per cercare la sua strada deve scovare la luce in sé per poter splendere, ma, soprattutto, deve saper guardare e mostrare le sue fragilità perché ci sarà sempre qualcuno disposto ad ascoltare.
Spiccano nella lettera del vescovo di origini bitontine le citazioni del cantante trap Sfera Ebbasta e di Jovanotti, che sono alcuni degli artisti che ascolta spesso.
In un’intervista rilasciata a Dominella Trunfio per Fanpage.it (https://bit.ly/2Cq9Uqg) al termine della IV assemblea ecclesiale diocesana di Castrovillari tenutasi il 14-15 e 21 settembre: «Se vogliamo dialogare con il mondo giovanile, dobbiamo cercare di intercettare, di metterci sulle loro stesse onde di frequenza musicali e non. Da Sfera Ebbasta non ti aspetti che dica: “Io non sopravvivere e basta, non mi piace accontentarmi”. In questa affermazione, ma anche in altri suoi testi, io leggo una grande voglia di verità e bellezza».
Insomma, è questo un veicolo per arrivare a tutti i giovani, soprattutto quelli più lontani dalla Chiesa.
Sottolinea fortemente la sua vicinanza nella conclusione della lettera (https://bit.ly/2xZE1ky).
“Dio ci ama da sempre e per sempre: questo è lo sguardo che cambia la vita. A tanti è accaduto, auguro che accada anche a voi. Cammineremo insieme. Vi prometto, malgrado il limite di tempo che il mio ministero pone, di esservi compagno di viaggio. Desidero entrare nella vostra vita, proponendovi occasioni di compagnia vera e lieta in alcuni momenti dell’anno che verrà. So che siete anche più programmati di me: tenterò di venirvi incontro in punta di piedi, ma deciso a guardarvi in faccia e ad ascoltarvi. Spero sarete voi stessi entusiasti comunicatori della gioia che vi portate dentro e che a volte, per un malinteso pudore umano, non esprimete. Cristo è venuto a questo mondo per due problemi che nessuna sapienza umana risolverà mai. Primo: perché soffro? E secondo: perché nasco con appeso al collo il cartello “condannato a morte”? (Camus). Ci confronteremo sulla sofferenza, sul dolore innocente, sulla fede e sulla speranza, sull’amore e sulla sessualità, sulla gioia e sull’eternità. Aspetto da tutti voi suggerimenti e domande. Tante.
“Se esiste un dio, forse si forse no, boh
Ma ascolto le storie disposto a crederci un po’
Che siamo figli di qualcuna
Il resto è tutto da fare
Non ho radici, ma piedi per camminare” (Oh vita, Jovanotti)
E così possiamo tornare insieme “…a rimirar le stelle”.