Stamattina uno dei primi messaggi su whatsapp era di un
amico, un anonimo concittadino, che mi chiedeva: “Ma perché la gente invece di scrivere e lamentarsi non esce e dà una mano
a spalare ghiaccio e neve dai marciapiedi?”.
Sì, perché lamentarsi in casi di estrema emergenza
serve a ben poco.
Ricordo benissimo un episodio che mi colpì tantissimo.
Era l’ottobre 2014 quando Genova si trovò inghiottita in una alluvione senza
precedenti, ma “piovvero” anche gli angeli del fango. Li ribattezzarono così i
giovani ragazzi che scesero in strada sorridenti, entusiasti ed energici mentre
armati di vanga, guanti e stivaloni da cantiere ripulivano la città.
Vorrei vedere tanti giovani, uomini, donne, impegnati
come accaduto in via Matteotti, sul Corso, in viale Giovanni XXIII, via
Michelangelo, piazza Minerva, nelle frazioni, e chissà quante altre strade “silenziose”, armati
di spirito di comunità.
Il lavoro della Polizia Municipale, i ragazzi dell’NPC,
della Croce Rossa, della SASS, della Asv, è MONUMENTALE. Ma non basta: si sono creati lastroni di ghiaccio
incredibili, sono già diverse le persone scivolate e cadute perché sprovviste
di giuste attrezzature.
Ricordiamo che per bisogni medici (farmaci e casi di
emergenza) la Croce Rossa è sempre disponibile, di uscire e spostarsi in auto
(in strade urbane ed extraurbane) solo in caso di necessità e muniti di catene,
di accompagnarvi con un ombrello o un bastone per le uscite pedonali e di
camminare dove c’è ancora neve fresca o dove c’è già il solco dell’asfalto o
marciapiedi ripuliti dal ghiaccio (e di evitare commenti tipo: “Se scivolo tanto è il Comune a pagare”:
sono sempre soldi vostri).
Consigliamo, inoltre, di liberare dalla neve anche
balconi, solai e i tetti delle auto che potrebbero risentire del troppo peso.
Piccolo spiraglio di luce anche per i tanti randagi
delle nostre strade: una squadra di giovani ha recuperato alcuni cani da via
Modugno e dalla zona via Planelli, ricollocando i cani in stato di lieve
congelamento in alcuni box e locali con coperte e stufe.
Daniele Silvestri cantava che a volte accade “qualcosa
di dolce e fatale come svegliarsi e trovare la neve”, sarebbe bello
svegliarsi e trovare una squadra di gente che molla gli smartphone, chiude l’applicazione
di Facebook, smette di commentare, scrivere e si metta a lavoro.
I social possiamo usarli per scopi migliori: l’organizzazione.