“Dai primi istanti in cui mi è stato affidato il compito di rappresentare la nostra comunità, ho sempre preteso che si agisse seguendo esclusivamente la via della legalità e della giustizia: l’unica strada che conosco e che ritengo degna di essere percorsa” ha commentato il sindaco Francesco Paolo Ricci, manifestando la solidarietà di tutta la sua squadra di governo.
“Nella nostra idea di comunità non c’è spazio per la paura, l’intimidazione e la prepotenza – ha continuato il primo cittadino -. Questa è una minaccia rivolta a ciascuno di noi: a chi crede nei valori della democrazia e a chi ogni giorno si impegna per una società più giusta. Un episodio che non ci intimorisce, ma che ci incoraggia a continuare il nostro lavoro – senza tacere dinnanzi a simili gesti – spinti da un forte desiderio di giustizia”.
Pensiero, il suo, condiviso anche dal presidente del Consiglio Domenico Pinto e dall’assessore Francesco Brandi. “Al mio Responsabile di servizio mi lega un antico legame – ha scritto sui social il delegato di Ricci all’Urbanistica -. Non gli sono solidale solo a parole, ma nella condivisione di valori e comportamenti. Se minacciano lui, minacciano me. Vuol dire che stiamo dalla parte giusta, quella della legge”.
A schierarsi dalla parte di Mercurio anche Michele Abbaticchio, vicepresidente nazionale di “Avviso Pubblico”.
“Spero – le parole dell’ex sindaco della città dell’olio – che gli inquirenti facciano chiarezza su questa vicenda”, così simile ad altre avvenute in passato ai responsabili dello stesso ufficio.
Nel 2013, l’architetto Vincenzo Turturro, in servizio a Giovinazzo con incarico a “scavalco” su Bitonto, si vide prima recapitare un plico con un proiettile e una lettera di “invito” ad andar via e poi subire un doppio attacco incendiario. I malviventi dopo aver tentato invano di dare alle fiamme la sua auto personale, riuscirono a distruggere l’utilitaria di sua moglie.
Due anni più tardi, quasi la stessa sorte toccò all’ingegner Giuseppe Sangirardi. L’incendio della sua vettura, parcheggiata in centro, fu rivendicato mesi più tardi con una lettera, recapitata a Palazzo Gentile, i cui i delinquenti minacciavano l’incolumità dei suoi cari, per intimarlo a lasciare l’incarico.
Altra auto in fiamme, poi, nel giugno del 2016 quando ad essere colpito fu invece l’allora comandante della Polizia Locale, Gaetano Paciullo.