Non solo l’arrivo del colosso svedese “Midsummer” e il suo investimento da 66milioni di euro con tanto di stabilimento e nuovi posti di lavoro in via delle Rose, nella periferia di Modugno.
Non soltanto, finalmente, la nuova vita delle storiche “Officine Calabresi”, acquistate dal gruppo Bruno, presente con 24 stabilimenti produttivi in tutto il mondo (Italia, Germania, Gran Bretagna e Cina) e con oltre mille dipendenti. E che ha promesso sei mesi per partire con i lavori di riqualificazione del sito e un paio d’anni per ritornare a regime in attività.
C’è anche di più per la zona industriale di Modugno-Bari, investita da una decina di richieste sul tavolo, arrivate da un paio di multinazionali e da diverse piccole e medie imprese. Tutte realtà interessate a investire nei settori della produzione meccanica a elevata tecnologia e innovazione, automotive e sulla logistica. “Stiamo vivendo un periodo effervescente”, ammette il presidente del Consorzio per l’Area di sviluppo industriale di Bari (Asi), Paolo Pate, che sottolinea proprio per questo la necessità di espansione del territorio del Consorzio, in primis in direzione Bitritto.
“Stiamo ricevendo molta attenzione ed è questo il momento di cavalcare l’onda affinché possa avvantaggiarsene tutta la comunità. Siamo in fase di assegnazione per cui non posso fare nomi, ma posso anticipare che abbiamo richieste in particolare sulla logistica davvero interessanti”.
Investimenti in cantiere, dunque, nei settori della produzione meccanica a elevata tecnologia, dell’automotive e della logistica, con impatto importante sul fronte occupazionale.
La domanda da porsi è la seguente, allora: perché tutti nella Zona industriale di Modugno-Bari? “Siamo avvantaggiati dalla collocazione geografica, a ridosso di un porto che sta crescendo in maniera esponenziale, di aeroporto e interporto – spiega – e poi il fatto di avere grandi player già insediati, a partire dalla Bosch, spinge molte aziende della meccatronica a inserirsi in un contesto vivace”. Il momento è davvero così favorevole tanto che adesso l’urgenza è di acquisire nuovi suoli perché la domanda è superiore ormai all’offerta. E qui potrebbe entrare in gioco persino Bitonto perché “tra Bari e Modugno abbiamo appena 30 ettari di suolo ancora disponibili, su un totale di 1640. Gli spazi non mancano, potremmo ampliare l’area del Consorzio sulla direttrice naturale verso Bitonto e, soprattutto, accogliendo Bitritto, che ha quasi completato l’iter di ingresso nell’Asi”.