Ma cos’è un miracolo? Un qualcosa di inspiegabile che accade, all’improvviso, quando meno te l’aspetti, e cambia tutto, radicalmente. Una forza che viene da lontano. Imperscrutabile e salvifica.
E se non avviene, cos’è?
Ieri pomeriggio di ieri, mentre da un cielo di cenere scivolavano giù ombre truci, una pioggia ora battente, ora esitante come lacrime di un bimbo tradito, sulla lingua d’asfalto che da Bitonto conduce a Palombaio, un’auto è stata catapultata fra gli ulivi attoniti, una ragazza, Rossella il suo nome, ha smarrito la vita. Crudelmente infranta la clessidra dei suoi giorni.
Presto, nel buio, han preso a scintillare ad intermittenza i lampeggianti delle pattuglie giunte sul posto, delle ambulanze frustrate dall’inutilità del loro essere lì, senza poter fare più nulla.
E, in quelle ore vuote e assurde, l’urlo di dolore infinito dei genitori, l’angoscia divorante di chi l’amava, la disperazione assordante degli amici.
Persa nel vento, un’anima giovanissima con tutti i suoi sogni, i suoi sorrisi, la sua allegria, la sua bellezza, la sua stessa esistenza.
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E allora, cos’è un miracolo, soprattutto quando non avviene?
Forse – oggi che siamo tutti in corteo, chi per profondo sentire, chi per stanca moda, imploranti salute e protezione, per la processione dedicata agli adorati Santi Medici Cosma e Damiano, che tutte le sofferenze alleviano con cura taumaturgica – solo una piccola, dolcissima carezza a quel cuoricino ferito per sempre, nella solitudine di quel sepolcro fatto di silenzio e terra…