«La stazione ferroviaria spesso viene vista come ultima spiaggia, un “non luogo”, per le persone con difficoltà, dal poco abbiente fino a chi ha problemi psichici. È il luogo tipico del disagio, ma anche del rifugio, dell’abbraccio che a volte riesce a dare una fredda panchina. Sono i luoghi in cui l’assenza di una verifica preventiva di un biglietto ti consente di viaggiare verso la speranza». Conclude con queste parole il dirigente Luigi Liguori la sua esperienza di un anno e quattro mesi nella Polizia Ferroviaria di Puglia, Basilicata e Abruzzo.
Il cinquantasettenne, originario di Corigliano Calabro, ha diretto il commissariato di Bitonto negli anni ’90, ha lavorato in Liguria e Lazio, è stato alla guida della Squadra mobile di Bari, Questore a Cosenza e da oggi a Matera, lasciando gli uffici della PolFer di Bari.
Gli uffici hanno avuto sempre una particolare attenzione alle persone, tanto che a maggio scorso il progetto “SOS disagio psichico”, elaborato proprio da questo comparto di Polizia è stato tra i quattro selezionati dal Ministero dell’Interno e inserito nel portale delle buone pratiche, l’unico ideato da una forza di polizia.
“Dopo trentadue anni in polizia, ho scoperto che una sanzione, un arresto, a volte non bastano a risolvere un problema, ma che anche curare chi ha cicatrici nell’anima può rendere una stazione sicura”.
Come avete interagito con gli altri enti? “Abbiamo creato una rete con i Comuni e le Asl, cercando di capire quali sono i loro problemi, seguendoli nel percorso di sostegno. A volte si tratta di persone sole che si sono allontanate per dissidi familiari e abbiamo cercato di recuperare il dialogo tra loro o di disagiati psichici, che si accudiscono con un comandante responsabile del progetto e altre due persone, ragazzi che hanno fatto dei corsi e sanno come fare”.
Quali sono i casi più gravi che avete seguito? “Un giorno ci fu un uomo che si denudò in piazza Moro, a Bari, gli agenti intervennero conducendolo in ufficio e lo rivestirono, sfamarono, con i generi di pronto interventi sempre a disposizione. Poi sicuramente il caso grave di una collega che nel tentativo di bloccare un cittadino, mentre danneggiava mobili e suppellettili della stazione, fu ferita con un coltello a serramanico all’altezza del cuore. Fu salvata dal cellulare che era nella tasca della divisa. E ancora, una ragazza che per problemi psichici, non riesce ad addormentarsi dentro casa e quindi spesso era in stazione”.
Del 9 agosto scorso è il caso, infine, di una famiglia iraniana – padre, madre e due minori in tenera età – da poco dimessa da un centro di assistenza di Lecce e ancora senza possibilità economiche per un tetto sotto cui vivere: “Abbiamo attuato il protocollo di Tutela delle fasce deboli, ‘Missione dignità’, interessando il Pronto Intervento Sociale del Comune di Bari che ha provveduto a prenderli in consegna e sistemarli in una casa famiglia”.
E non sono mancati, certo, controlli, arresti e denunce: dal 1° giugno al 31 agosto 2018, sono state controllate e identificate 46.421 persone sospette, di cui 6.612 stranieri, dei quali 6 rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale; 25 persone sono state tratte in arresto, di cui 15 stranieri; 76 le persone denunciate a piede libero all’Autorità Giudiziaria per la commissione di reati vari, di cui 30 stranieri; 166 le sanzioni amministrative elevate; sequestrati circa 108 grammi di sostanza stupefacente; rintracciate nr. 9 persone scomparse, tra cui 5 minori; rintracciato dagli agenti del Posto di Polizia Ferroviaria di Barletta e tratto in salvo un anziano, seriamente malato, che girovagava sui binari in prossimità della Stazione di Barletta; a Lecce veniva tratta in salvo una persona che aveva tentato il suicidio.
Appunto i suicidi, sempre in aumento… “È davvero molto triste e l’ultimo è stato il caso di un padre, nel foggiano, che si è tolto la vita dopo aver avuto la notizia della perdita del suo pargoletto di due anni. Ci sono tante di quelle ombre nella vita delle persone, salvarle tutte sarebbe davvero un miracolo”.
Dopo tanti anni di carriera, trentadue appunto, torna a fare il Questore (dopo l’esperienza a Cosenza) a Matera. L’aspetta una futura Capitale della Cultura Europea: “Sarà una bella sfida. Accogliere centinaia di migliaia di turisti e gestire manifestazioni e attività, sarà piacevole. Poi torno a fare quel che più è nelle mie corde”.