Che lo sport faccia bene è risaputo. Fa bene sia al corpo, come ogni attività motoria, che alla psiche. È un efficace strumento di integrazione sociale e aiuta a tessere amicizie. Aiuta a combattere ogni discriminazione. E ciò vale anche per chi è affetto da disagio psichico, in quanto mobilità tutti i sensi, favorisce la cura del sé, una maggiore consapevolezza corporea e aiuta chi lo pratica a sentirsi parte di qualcosa, a socializzare. Ne è convinta la Cooperativa sociale Anthropos che, anche quest’anno, per la nona volta, ha organizzato il Campionato Regionale di calcetto “Rimettiamoci in gioco Sportiva…mente”. Una manifestazione sportiva dedicata agli utenti disabili psichici, ai familiari e agli operatori delle strutture riabilitative e delle associazioni, che ieri ha visto il suo momento conclusivo con la premiazione che si è tenuta nella Sala degli Specchi di Palazzo Gentile.
L’iniziativa, organizzata dal Centro Diurno Antrhopos di Bitonto, nell’ambito dell’Anpis Puglia (Associazione Nazionale Polisportive Dilettantistiche per l’Integrazione Sociale) e in collaborazione con il Csi Puglia, ha coinvolto circa 200 persone e diverse associazioni che si occupano dell’assistenza ai disabili psichici: “L’Anatroccolo” di Bitonto, “Tutti in palla” e “Tutti in volo” di Foggia, “Città solidale” e la Fondazione “Beato Bartolo Longo” di Latiano, ASD “L’Adelfia” di Alessano, “Sol Levante A” di Taurisano, “Sol Levante B” di Orta Nova, “Gargano 2000” di Giovinazzo, Cus Foggia, la Cooperativa sociale Anteo, composta da “Arcobaleno” di Deliceto e “Itaca” di Troia, e la Polisportiva Elos di Bitonto.
Tutte queste associazioni, che hanno partecipato al campionato regionale, sono state premiate al termine della tavola rotonda di chiusura della manifestazione, iniziata il 13 gennaio con l’avvio del torneo.
La premiazione è stata anche occasione per sollecitare alla riflessione sul ruolo delle famiglie, che vanno sostenute anche perché spesso costrette a rinunciare al lavoro per assistere il parente con disabilità psichica e per ricordare la legge Basaglia, a 40 anni dalla sua attuazione.
«Una legge simbolo di un modo diverso di considerare la malattia mentale» secondo Maria Pia Cozzari, presidente della cooperativa sociale Anthropos, e Giuseppe Pillo, responsabile CSM Troia/Asl Foggia, secondo il quale «la legge 180 ha restituito a questi individui diritto di cittadinanza, diritto di frequentare questo palazzo, di andare alla posta, di trovare un lavoro in base alle proprie capacità. Prima erano soggetti senza diritti, numeri, rinchiusi in edifici che generavano la patologia anziché curarla».
Per porgere i saluti istituzionali sono intervenuti l’assessore ai Servizi Sociali Gaetano De Palma e il sindaco Michele Abbaticchio, che hanno posto l’accento sull’importanza dello sport. Presente anche il primo cittadino di Giovinazzo Tommaso Depalma.
«Lo sport, insieme alla musica, è l’unica vera alternativa alla noia, che è il più grande pericolo per i nostri ragazzi, che spesso, a causa di essa, non riescono a uscire dalla concezione di una vita che sembra sempre più rarefatta – sottolinea il sindaco Abbaticchio – Lo sport insegna al rispetto delle regole, al rispetto dell’altro, alla collaborazione. E insegna anche che persino una sconfitta può essere una vittoria».