“Abbiamo ottenuto una maggior trasparenza circa l’impatto dei derivati nei conti pubblici e una modifica delle scadenze di presentazione della legge di Bilancio, modifica che garantisce un maggiore rispetto delle prerogative del Parlamento. Ma ciò non può bastarci: alcuni spunti positivi non cambiano un quadro d’insieme che non condividiamo. E la logica del ‘do ut des‘ non ci appartiene“.
Lo afferma il deputato del M5S Francesco Cariello durante la dichiarazione di voto in Aula motivando il no del M5S alla riforma della contabilità.
“Al governo – ha sottolineato – evidentemente non è servita la batosta elettorale alle amministrative. E’ curioso che chi, a parole, sostiene di voler ridimensionare l’austerity di matrice europea, poi compia l’ultimo miglio e finisca per vincolare al principio del pareggio di bilancio e al Fiscal compact persino il modo in cui si costruisce e si espone il nostro bilancio“.
“Non sono state accettate molte altre proposte del M5S che andavano nella direzione di radicare, nelle scelte di politica economica, un approccio più sostenibile, orientato al benessere e alla qualità della vita oltre i miti quantitativi del Pil. Avremmo, ad esempio, dato un rango superiore ai parametri del Bes, invece che accontentarci di vederli relegati in un allegato su cui poi il Parlamento discute in maniera scarsamente vincolante per il governo“, ha aggiunto il deputato.
“E’ questa la risposta dell’esecutivo alle tensioni che pervadono l’Italia, la Ue e al rischio Brexit? E’ evidente – conclude – che Palazzo Chigi si e’ trasformato in una torre d’avorio, lontanissima dal Paese reale“.