E siamo alle solite.
Niente di cui stupirsi.
Un film già visto, soprattutto per quel che riguarda l’epilogo, triste e scontato.
Tra qualche giorno, sul lungomare tenente Noviello di Palese – circoscrizione di Bari, certo, ma luogo tanto caro ai bitontini – saranno coventrizzate le tracce del Neolitico che lo nobilitavano (nella foto tratta dal sito www.barinedita.it).
Ricordo che, quando andavamo da piccoli al mare, proprio lì, in quell’oasi sabbiosa fra scogli puntuti, io e mio fratello seguivamo nostro cugino Michele, che già aveva un talento smisurato nel cogliere i segni del tempo. Guardavamo incantati quelle pietre che venivano da lontano e raccontavano una storia grande e affascinante. Gli Illiri, la prima civiltà, il lavoro sapiente della pietra, i nitidi insediamenti.
Insomma, uno spettacolo autentico firmato dall’uomo. Che solo un altro uomo, quello del Duemiladiciassette, armato di proterva ruspa, poteva annichilire.
E, ripeto, l’iter della distruzione ha qualcosa di mestamente inconfondibile.
Quella che è stata definita la “Pompei del Neolitico” e che poteva trasformarsi in una risorsa di studio e ricchezza per appassionati di archeologia e non solo, entra nel mirino di imprenditori e costruttori. Urge metter su villini. E cancellare Cronos.
I soliti, sparuti innamorati di cotanto splendore si battono perché l’orrore non avvenga. Sembra che tutto dia loro ragione, in fondo basterebbe consultare anche solo un sussidiario da scuola elementare per capirlo. Eppure, nulla. Si va avanti. Gli eroici paladini dell’antico smuovono il mondo della cultura e della politica, mentre, di contro, pure la Soprintendenza dà l’ok. Neppure Mattarella li ascolta, eppure è di evidenza palmare che non abbiano torto.
Ma si prosegue. Appare persino il tabellone informativo del cantiere.
Che vuol dire: è fatta. Certo, seguiranno articolesse addolorate di intellettuali benpensanti che si stracceranno le vesti dopo aver preferito tacere. Tutto Tutti sapevano e nessuno di chi poteva ha mosso un dito.
Noi, per sicurezza, ci fideremo solo di chi ha combattuto vanamente e pur strenuamente senza allinearsi al potere del mattone e della moneta: i giornalisti Gaetano Macina ed Eva Signorile e l’architetto Eugenio Lombardi.
Il resto è un mix – letale per chi si sente transeunte erede del passato, gioioso per chi si sente immortale padrone di tutto- di ipocrisia, menzogna e falsità.
Tipiche caratteristiche delle storie del nostro miserabile Sud…